Attenzione alla truffa al telefono della bolletta di luce e gas

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Suona il telefono e qualcuno vi chiede “E’ lei il signor/la signora…”, e dal momento in cui dite sì, potreste già essere stati truffati.

Perché quel «Sì» è stato registrato per essere usato per fingere il vostro assenso a un nuovo contratto per l’energia elettrica e per il gas di cui non conoscete l’esistenza, che non avete mai chiesto, né firmato. Ma di cui verrete presto a conoscenza: gli effetti si faranno sentire nelle prossime bollette, che avranno il nome di un nuovo gestore e dei costi elevatissimi.

E’ la Polizia di Stato a mandare l’allarme, nelle ultime settimane sono aumentate notevolmente le segnalazioni di truffe di questo genere. Prima la telefonata da parte di un (falso) operatore che rimane sul generico.

“Buongiorno, è la compagnia elettrica, ci risulta una sua bolletta insoluta, ma forse ha pagato e dobbiamo verificare”. A questo punto, pur di dimostrare che avete pagato la bolletta, restate in linea e rispondete alle domande del vostro interlocutore. “Lei è il signor …., residente in via …?” La risposta è, ovviamente, positiva. Ma il vostro “sì”  viene registrato e verrà usato per altri scopi.

Una volta confermati  tutti i vostri dati, l’ “operatore” chiede il Pod, una specie di codice Pin della bolletta, fondamentale per avviare qualunque tipo di operazione. Una volta fornito anche quello, parte il nuovo contratto senza alcun intoppo, verrete immediatamente trasferiti dal vecchio tradizionale gestore al nuovo.

Contratti del genere possono essere fatti telefonicamente e la registrazione della conversazione è una prova del consenso del cliente.

La polizia consiglia di custodire gelosamente il Pod come si fa solitamente con il pin del bancomat. Quando vi chiederanno i vostri dati, chiedete prima chi c’è dall’altra parte della conversazione, in questo modo salterà la registrazione e (con tutta probabilità) anche la truffa.

Il numero con più denunce da parte degli utenti è un telefono fisso pratese, dal quale nell’ultima settimana sono partite telefonate verso ogni parte d’Italia. L’operatore è quasi sempre una signorina, con un accento orientale, che esordisce chiedendo i dati personali del malcapitato. Secondo le verifiche della polizia il numero corrisponde a una donna, quasi sicuramente vittima di un allaccio abusivo alla sua linea fissa.

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