YouTube, perché vi compare sempre la stessa pubblicità

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Se avete all’incirca 30 anni, anno più anno meno, è probabile che i video che vedete su YouTube inizino con la pubblicità di un test di gravidanza. Una ragazza, seduta di fronte ad un’amica al tavolo di una cucina, annuncia di essere incinta di due settimane, di non essere ancora stata dal suo medico ma di averlo scoperto grazie al test Clearblue. La pubblicità compare, invariabile e inevitabile, che stiate per vedere il video di una nuova clip musicale o la recensione di un videogioco, lo spezzone di un vecchio telefilm o il trailer di una commedia che sta per uscire al cinema. Compare se siete single, se aspettate un bambino, se ne avete appena avuto uno. Se siete in Italia, se siete in Francia – dove tante ragazze se ne sono lamentate via social, raccontando come questa breve clip le infastidisca (perché le costringe a fare i conti, ogni giorno, con l’orologio biologico). Così Rue89, la piattaforma di blog indipendente acquisita da Le Nouvel Obs, ha deciso di indagare su cosa c’è dietro questa massiccia campagna pubblicitaria della marca del test di gravidanza.

La strategia della marca

Prima di tutto, c’è una strategia pubblicitaria completamente basata sul web. La direttrice di Clearblue Lesley Foster, sentita da Rue89, ha spiegato che due anni fa la sua società ha deciso di spostare tutte le risorse destinate alla pubblicità su internet. Soprattutto su YouTube. Poi, una volta deciso dove puntare, la marca ha scelto un target ampio ma ben preciso: «Donne nell’età della procreazione», come ha sottolineato la Foster (senza indicare però la particolare fascia d’età scelta). Niente uomini, niente minorenni, niente ultrasessantenni. Per trovare queste donne, la società utilizza le informazioni registrate da Google e grazie ai cookies. Interessi, hobby, acquisti già fatti o siti più visitati alla marca non interessano: conta solo il sesso e l’età. Due dettagli che Big G riesce a recuperare analizzando la lista dei siti web consultati dai singoli internauti. Può capitare si sbagli – e così, tra le ragazze che vedono la pubblicità Clearblue ci sono magari anche delle minorenni. Che se ne sono lamentate su Twitter.

Le reazioni delle utenti

Non sono le uniche. La strategia della marca di test di gravidanza a molte utenti non piace, come dimostrano le polemiche social d’Oltralpe. Di fronte alle accuse la Foster ammette che in effetti il tema è sensibile, ma si difende sostenendo che il loro metodo di targhetizzazione resta «etico e ragionevole». La pubblicità potrebbe infastidire certe donne, che magari non vogliono un figlio oppure lo cercano senza riuscire ad averlo? La manager si difende così: «Le donne non pensano al test di gravidanza se non nel momento in cui ne hanno davvero bisogno. Chi può saperlo quando questo momento arriva?». (fonte)

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