Violato LinkedIn, cambiate subito password

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Sono in vendita sul mercato nero del web 117 milioni di password ed e-mail di utenti di LinkedIn, bottino di una violazione che la piattaforma ha subito nel 2012.

LinkedIn è un servizio web di rete sociale, gratuito (con servizi opzionali a pagamento), impiegato principalmente per lo sviluppo di contatti professionali. La rete di LinkedIn, presente in oltre 200 paesi, a gennaio 2009 contava circa 30 milioni di utenti, ha superato i 100 milioni di utenti il 22 marzo 2011, i 200 milioni a gennaio 2013 e ha raggiunto i 400 milioni nel 2015. Diffuso in tutti i continenti cresce a una velocità di 1 milione di iscritti alla settimana.
Il 56% degli iscritti risiede fuori dagli Stati Uniti d’America, mentre l’India, il Regno Unito e il Brasile sono i paesi col maggior numero di iscritti (quest’ultimo è anche quello che cresce più velocemente). Gli utenti europei sono oltre 22 100 000 e le nazioni che mostrano un maggiore interesse sono i Paesi Bassi, la Francia e l’Italia. LinkedIn copre circa 150 comparti economici e oltre 400 “regioni economiche”. La società che gestisce il servizio ha sede a Palo Alto (California).

Secondo il sito Motherboard, ripreso dai principali media internazionali, sono quotati 5 bitcoin a dato, l’equivalente di 2200 dollari. “Stiamo prendendo provvedimenti per rendere le password non valide e stiamo contattando gli utenti interessati. Non abbiamo indicazioni che questo furto sia il risultato di una violazione recente”, ha spiegato Cory Scott, capo della information security di LinkedIn che raccomanda agli utenti di passare a password più sicure e al sistema della doppia autenticazione.

Il sito Motherboard spiega che l’hacker ha nome in codice Peace e il sito su cui sono in vendita i dati si chiama The Real Deal. “La vicenda sta emergendo ora, non è stata presa seriamente quando è accaduta. Secondo le mie informazioni il database delle informazioni rubate è in mano ad un gruppo di russi”, spiega uno dei responsabili del sito LeakedSource.

La stessa fonte dice a Motherboard che “il 90% delle password è stato manomesso in 72 ore”. In una prima dichiarazione, LinkedIn aveva spiegato che stava investigando sull’hackeraggio ammettendo solo il furto di 6,5 milioni di password. (ANSA)

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