Usi la webcam? Aspetta ad aggiornare Windows

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Con l’ultimo aggiornamento del suo sistema operativo Windows 10, denominato aggiornamento dell’anniversario e reso disponibile a partire dai primi giorni di agosto, Microsoft ha operato una serie di benvenuti cambiamenti e aggiunte al proprio software. Eppure, tra le tante migliorie apportate, una in particolare è colpita da un effetto collaterale che sta dando grattacapi a una categoria specifica di utenti: quella dei possessori di webcam. Ad ammetterlo è stata la stessa casa di Redmond a seguito di una serie di lamentele pervenute in queste settimane da parte di diversi utenti, che hanno lamentato malfunzionamenti alle proprie periferiche e alle app che le utilizzano — tutti gadget e software che prima dell’aggiornamento funzionavano senza problemi.

Tra i vari cambiamenti inclusi nell’aggiornamento, Microsoft ha spiegato di aver adottato un nuovo modo di gestire i flussi video in arrivo dalle webcam, un metodo che finalmente permette alle immagini acquisite dagli utenti di essere utilizzate in contemporanea da più app anziché da un software per volta com’è sempre avvenuto finora. La tecnica in questione però esige che il flusso video da gestire non sia compresso in alcun modo, come invece sono solite fare la maggior parte delle webcam quando inviano segnali in alta definizione e in Full HD.

Ecco la fonte del problema: i dispositivi di acquisizione, che spesso funzionano ancora attraverso le lente porte USB 2.0, sono costretti a comprimere i propri video in vari formati (come MJPEG e H.264) per farli arrivare al PC senza ritardi, mentre Windows dopo l’aggiornamento ha improvvisamente deciso di ignorare questo tipo di segnali. Le webcam e i software coinvolti non rappresentano la totalità di quelli sul mercato, ma è difficile quantificarne il numero, che potrebbe essere molto elevato.

Microsoft è al lavoro su un aggiornamento correttivo che dovrebbe arrivare a breve. Nel frattempo, le soluzioni a questo problema sono due: chi non ha ancora messo mano sull’aggiornamento dell’anniversario può astenersi dallo scaricarlo fino alla soluzione del problema. Chi si è già trovato al buio può tentare di tornare alla versione precedente di Windows 10 (è possibile farlo solo fino a 10 giorni dopo l’aggiornamento) oppure effettuare una manovra d’emergenza, consigliata solo a chi ha dimestichezza con le impostazioni avanzate del sistema operativo: disabilitare il nuovo metodo di gestione attraverso il registro di sistema, raggiungibile digitando Regedit nella casella di ricerca. La procedura prevede di navigare fino alla voce HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\WOW6432Node\Microsoft\Windows Media Foundation\Platform, cliccare con il tasto destro per aggiungere un nuovo valore DWORD (32 bit), dare a quest’ultimo il nome EnableFrameServerMode e infine impostarlo a 0 facendo doppio clic sulla voce appena creata. Una volta che gli sviluppatori avranno corretto il problema, basterà tornare all’interno di Regedit ed eliminare la voce in questione. (fonte)

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