USA, ispezioni al confine di telefoni e profili social dei visitatori

Nel corso della giornata di martedì l’amministrazione Trump ha fatto sapere al Wall Street Journal di essere al lavoro per revisionare le procedure di controllo ai confini del Paese per gli stranieri che intendono accedere agli USA, citando possibili nuove misure come l’ispezione dei telefoni cellulari e la richiesta delle password dei profili social e di qualsiasi eventuale account o area protetta presente sui dispositivi perquisiti.

“Se viene sollevato qualsiasi dubbio sulle intenzioni di una persona che si sta recando negli USA, questa dovrebbe dimostrare – nel concreto fino a quando non siamo soddisfatti – che ci sta visitando per ragioni legittime” ha dichiarato Gene Hamilton, consigliere per il Department of Homeland Security. Le nuove possibili misure, comunque ancora in fase di valutazione, potrebbero essere applicate anche ai cittadini dei 38 Paesi che rientrano sotto al cappello del Visa Waiver Program – di cui anche l’Italia fa parte – e che permette di viaggiare negli USA senza dover richiedere un visto se la motivazione del viaggio è per affari o turismo, con durata non superiore ai 90 giorni.

La proposta dovrebbe riguardare solamente i cittadini stranieri, anche se l’agenzia delle dogane USA in questi anni ha ispezionato e perquisito telefoni cellulari in un numero sempre più crescente di casi che in varie occasioni hanno coinvolto anche cittadini americani. Il DoHS ha dichiarato di aver perquisito meno di 5 mila telefoni ai confini del Paese nel corso del 2015, cresciuti a 25 mila lo scorso anno. E per il solo mese di febbraio 2017 il Dipartimento avrebbe già ispezionato oltre 5000 dispositivi di cittadini americani e stranieri.

La proposta è destinata a far discutere, non solo per la pesante intromissione nella privacy delle persone (quanto dovrebbero, inoltre, spingersi a fondo gli agenti nelle loro attività di ispezione?), ma anche per la dubbia efficacia della misura stessa nel caso dovesse diventare una procedura effettiva. Se il principio di fondo è quello di esaminare i contatti delle persone per cercare collegamenti con terroristi sconosciuti, come si comporterà un agente di confine quando si trova davanti ad un telefono che contiene centinaia o migliaia di contatti? O perché non considerare, ad esempio, che chi cova intenzioni davvero cattive è magari sufficientemente furbo da evitare di portarsi dietro dispositivi contenenti informazioni compromettenti? Per non parlare del disappunto di turisti e visitatori, che potrebbero sentirsi poco accolti al momento dell’ingresso al paese. Una presa di posizione, quella dell’amministrazione Trump, che sembra invece fare il gioco dei terroristi: una superpotenza globale si mostra paranoica (per non dire addirittura ostile) verso Paesi amici e anche verso i suoi stessi cittadini, e limita i diritti di coloro i quali vorrebbero viaggiare o vivere negli USA.

Intanto un piccolo manipolo di esponenti del Congresso sta cercando di avanzare una proposta di legge nell’interesse dei cittadini americani, che imponga agli agenti dell’US Customs and Border Protection di richiedere un mandato del tribunale per ispezionare i dispositivi elettronici dei cittadini statunitensi. “I diritti costituzionali degli americani non dovrebbero sparire ai confini del Paese. Richiedendo un mandato per l’ispezione dei dispositivi degli americani ed evitando ritardi irragionevoli, questa legge assicura che gli agenti al confine si concentrino su criminali e terroristi invece di sprecare tempo tra le foto e le informazioni di americani innocenti” ha dichiarato il senatore Ron Wyden, Democratico per lo stato dell’Oregon. La proposta di legge è stata avanzata da altri tre esponenti del congresso, senatori e deputati, di tutti e due gli schieramenti politici.

Gli USA, così come qualsiasi Paese del mondo, ha tutte le ragioni per preoccuparsi della sicurezza nazionale. Ma un piano di prevenzione contro eventuali attacchi dovrebbe passare da una strategia più sottile ed efficace, e non dall’adozione di una formula farraginosa e dispendiosa in termini di tempo e risorse che nella pratica potrebbe rivelarsi solo controproducente. (fonte)

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