«Chi usa Facebook è in pericolo»

Dopo la lettera a Apple sui rischi della dipendenza da iPhone nei bambini, arriva l’allarme su Facebook: gli utenti del social network sono in pericolo. A dirlo è Roger McNamee, grande investitore dell’azienda e in generale del mondo della tecnologia: sul Guardian sostiene di essere stato «un mentore di Mark Zuckerberg» e sottolinea di aver spinto negli ultimi 15 mesi il colosso a metter da parte la ricerca del profitto a tutti i costi per curarsi degli effetti di dipendenza che il social sta creando negli utenti.

Le accuse a Facebook

Lo stesso McNamee afferma che il cambiamento dell’algoritmo di Facebook annunciato da Zuckerberg qualche giorno per favorire le interazioni significative con amici e parenti, in realtà non risolverà i dubbi sugli effetti che la piattaforma ha sulla società. Perplessità e critiche che sono arrivate anche in passato da altre figure chiave del mondo Facebook come l’ex presidente Sean Parker che a novembre aveva accusato la piattaforma di «sfruttare le debolezze psicologiche delle persone».

Il cambio di rotta

Poche settimane più tardi l’ex dirigente Chamath Palihapitiya, aveva messo in guardia dalla «disgregazione del tessuto sociale» che Facebook stava provocando indirettamente. Il social non ha fatto finta di nulla ma ha iniziato a prendere coscienza della problematica, anche per correggere la rotta dell’azienda prima che ci possano essere ripercussioni a livello economico e pubblicitario. Sul Guardian McNamee ribadisce poi l’importanza per gli investitori delle grandi società di assumere un ruolo attivo per cercare di cambiare i comportamenti e i punti di vista delle aziende su questioni così delicate. Nel suo intervento ha fatto l’esempio della lettera che due grandi investitori di Apple hanno inviato ai vertici della casa di Cupertino nei giorni scorsi.

L’allarme per la dipendenza da iPhone

Promotori dell’iniziativa contro le ripercussioni dei prodotti di Cupertino sono stati il fondo Jena Partners e il fondo pensione degli insegnanti statali della California che insieme controllano due miliardi di azioni dell’azienda. Nella lettera hanno rimarcato il fatto che nessuna società oggi può ignorare i possibili effetti che le tecnologie hanno sulla cosiddetta iGen, la generazione di più giovani nati con lo smartphone in mano e a serio rischio dipendenza. I due investitori hanno sottolineato che anche Apple deve avere un ruolo centrale nella tutela della salute dei più piccoli, organizzando un team di esperti che si occupi dello sviluppo dei bambini e inserendo una nuova figura in azienda che monitori costantemente questo aspetto e produca report con cui mantenere informati i genitori. L’argomento su cui punta chi ha inviato la lettera è anche quello economico: rendere Apple un’azienda responsabile sotto questo profilo non può che portare ulteriori benefici in termini di immagine e di profitti. Per rimarcare poi la differenza dagli alti fondi, Jena Partners ha inserito all’interno del suo board il cantante Sting e la moglie Trudie Styler, oltre a Patricia A. Daly, una suora da sempre attiva su temi sociali. Tra le sue iniziative più famose ci fu la lotta per spingere il gigante petrolifero ExxonMobil a interessarsi delle ripercussioni sull’ambiente. (fonte)

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