Come un post diventa virale grazie ad una rete di account fasulli

“E’ una notte speciale x me perché stanotte dopo oltre 5 anni dal sisma dormo x la prima volta a casa mia.E mi andava di condividerlo con voi.” Queste frasi sono comparse su Twitter la sera 23 luglio 2014. Le pubblicò un aquilano, lo scrittore Antonello Loreto, prima di rientrare nella casa lesionata nel 2009 e poi finalmente restaurata. Tutto immaginava Loreto, che come pseudonimo usa quello di “Ammiraglio” sul social network, meno che le sue parole sarebbero diventate una sorta di mantra rilanciato centinaia se non migliaia di volte sui social network da una rete di bot. Con tanto di x al posto del “per” e senza spazio dopo il punto.

Nel corso degli anni, da decine di account, quel messaggio toccante è rimbalzate di continuo intascando like e retweet. Un esercito di persone che a L’Aquila finalmente tornava in possesso della propria abitazione dopo un lungo periodo di disagio. Peccato che le varie Ilaria Pavese o Rosalia Gangi, Lucio Ruggeri e Valeria Gangi, fossero persone fasulle. “Fake news” è il termine che in questi giorni si chiama in causa da più parti trattando della vicenda. Ma per fare cosa? Propaganda all’opera del governo? A chi avviò la ricostruzione?

“Non lo chieda a me. Io scrissi un tweet nel 2014. Poi è successo tutto questo casino”, ci spiega lo stesso Antonello Loreto. “Me lo ha segnalato una mia amica genovese l’altra mattina. E ci abbiamo scherzato su perché credevo fosse la solita ragazzina che si appropria di un tweet in cerca di consenso. Poi ho visto che finivo in menzioni che citavano il mio messaggio insieme a tutti quei copia incolla e allora ho cominciato a capire che qualcosa non andava”.

I vari profili sono scomparsi intanto, ma non avevano il piglio dei bot politici. Di politica infatti non parlavano, rilanciavano messaggi, brandelli di poesie, citazioni. A vederli così sembravano più che altro frutto di un esperimento con uno scopo tutto da chiarire. “Guardi, io ho chiesto a Twitter pubblicamente di oscurare tutti i fake e pensavo l’avesse fatto. Poi invece pare che ci sia dietro una società (che ha smentito), la stessa che li ha cancellati”, prosegue lo scrittore.

La società, almeno secondo la Agi, sarebbe la “I Say Data”, specializzata nel marketing e nell’analisi del digitale. Sul suo sito si racconta in terza persona: “analizza tendenze e flussi sulla rete, raccogliendo ed elaborando i big data con software proprietari, capaci di assicurare la copertura globale delle fonti e presentare risultati monitorati in tempo reale”. E’ una divisione della “I Say Group”, che recentemente ha curato alcune campagne per la Regione Lazio. Ma nega tutto riguardo ai profili fasulli. Sostiene che nulla ha a che fare con questa storia e che di politica se ne occupa poco. In realtà su Twitter non fa altro che analizzare intenzioni di voto e proporre sondaggi. E ha molti seguaci considerando i post: oltre 12 mila ottenuti con 117 tweet. Il loro portavoce poi, Beny Raccah, di messaggi politici pro Israele ne lancia tanti, ma lo fa dal suo account personale.

“E’ una notte speciale x me perché stanotte dopo oltre 5 anni dal sisma dormo x la prima volta a casa mia.E mi andava di condividerlo con voi.” Appropriazione indebita più che fake news. Ammesso che sia tale. “Se è propaganda comunque è davvero molto rozza”, conclude Antonello Loreto. “Anche perché quel tweet era chiaramente riferito al 2009. Ora sono bombardato di messaggi da due giorni. E io sto cercando di spegnere tutto questo casino”. Ma chissà se ci riuscirà davvero. (fonte)

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