Uccidono più degli squali, sono 12 i morti per selfie nel 2015

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Perché il selfie è una rappresentazione di sé, un modo per presentarsi agli altri e condividere quello che si sta vivendo. Ma…

L’anno non si è ancora concluso e già le morti per selfie sono 12, secondo il conteggio di Mashable, certamente approssimato per difetto. E – nota il sito – la mania di farsi foto col cellulare uccide più degli squali, che finora hanno fatto 8 vittime.

L’ultimo in ordine di tempo è stato un turista giapponese di 66 anni, Hideto Ueda, che voleva riprendersi in cima al Taj Mahal, il famosissimo tempio indiano. È caduto dalle scale, deve aver battuto il capo ed è morto, mentre la moglie ha riportato ferite e contusioni varie. Tra le modalità di morte accidentale per selfie, la caduta è piuttosto frequente, e qualche mese fa a Bali è toccato a un turista di Singapore, precipitato dagli scogli.

Alcuni parchi, come quello del Colorado, sono stati chiusi perché i turisti facevano troppi selfie, rischiando la vita pur di avere una foto con gli orsi. A Pamplona è stato vietato il selfie durante la corsa dei tori e anche l’ultimo Tour De France è stato funestato da turisti che hanno invaso il percorso pur di avere un autoscatto con i ciclisti. In Russia il Ministero degli Interni ha messo online un sito e pubblicato un opuscolo per sensibilizzare i cittadini sui potenziali pericoli dei selfie. Che possono essere mortali se realizzati con una granata o una pistola in mano (è stata fortunata una 21enne di Mosca a sopravvivere alle ferite alla testa dopo che una finta roulette russa è diventata tragicamente vera).

Nel 2013 “Selfie” è stata la parola dell’anno: una moda, un fenomeno culturale, una mania che ha contagiato vip, potenti e persone qualunque. E anche il mercato degli smartphone, per i quali oggi la fotocamera anteriore è importante quasi quanto quella posteriore: Huawei ha inventato l’orribile termine “groufie” per indicare i selfie di gruppo possibili grazie alla maggiore apertura focale della fotocamera. Sony, Htc, Samsung propongono soluzioni apposta per i selfie, come i filtri che permettono di cancellare le rughe, o le app con cui aggiungere foglie che cadono, neve, o paesaggi tropicali. L’ultimo iPhone, il 6s, che arriverà in Italia tra qualche settimana, adotta una soluzione già vista su Lg: per i selfie al buio, il display diventa completamente bianco e illumina il volto, come se fosse un flash.

E i bastoncini per selfie sono ormai il gadget più venduto dagli ambulanti nelle città turistiche. Ne esistono di semplici e di molto complessi, ma già da qualche tempo musei e sale da concerto li vietano sempre più spesso, perché distraggono chi si fa una foto e potrebbero disturbare chi invece è interessato all’arte o alla musica.

Perché il selfie è una rappresentazione di sé, un modo per presentarsi agli altri e condividere quello che si sta vivendo. E non è un caso se il tweet più condiviso della storia è proprio un selfie: quello di Ellen DeGeneres e dei suoi amici attori alla cerimonia di premiazione degli Oscar, lo scorso anno. E da poco, per chi volesse imitare la presentatrice americana, esiste anche una rivista italiana dedicata ai selfie: il primo numero è ricco di dritte sulla luce, la prospettiva, le app per migliorare le foto, i segreti per raccogliere più like su Facebook e Instagram. Mancano, purtroppo, i consigli per non rischiare la vita mentre ci si fa un selfie. (fonte)

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