Truffe agli anziani, allarme rosso

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E’ uno dei reati più odiosi, che non danneggia la vittima solo economicamente ma anche psicologicamente, causando un forte senso di colpa per essersi lasciata ingannare. Si tratta della truffa nei confronti degli anziani, un reato purtroppo in continua crescita. Nel 2012 i raggiri messi in atto verso persone con più di 65 anni erano 12.618; nel 2015 le denunce sono balzate a 15.909 con un incremento del 10% rispetto all’anno precedente (nel 2014 erano 14.461). E i primi dati sull’anno in corso non sono rassicuranti: nei primi sei mesi ne sono state contate 9.112, circa 50 al giorno. I truffatori scelgono gli anziani perché sono obiettivi ideali: possono far leva sulla loro solitudine e, se scoperti, possono facilmente gestire una loro eventuale reazione.

Solitamente i malviventi agiscono nelle abitazioni della vittima designata, perché è il luogo dove quest’ultima si sente più al sicuro e, quindi, risulta meno sospettosa. Ma i truffatori entrano in azione anche in strada, magari vicino a banche o uffici postali, subito dopo che gli anziani hanno eseguito i prelievi.

La casistica delle strategie di inganno è estremamente variegata. Un grande classico è quello del finto funzionario per la lettura dei contatori, oppure del tecnico che controlla una perdita, o ancora dell’appartenente alle forze dell’ordine (munito anche di falso tesserino). Con una scusa qualunque entrano in casa della vittima e, sfruttando un attimo di distrazione, arraffano denaro e gioielli.

Un altro raggiro è quello di fingersi un amico del figlio per farsi consegnare soldi. Su questo ci sono variabili anche più sofisticate. Come, per esempio, la telefonata di un finto avvocato che chiede urgentemente una somma di denaro per togliere il figlio dai guai. L’esempio più ricorrente è paventare un incidente stradale (che in realtà non è mai avvenuto) con responsabilità del figlio e con l’assicurazione scaduta, chiedendo soldi per pagarla subito ed evitare la denuncia. A quel punto un complice, spesso indicato come un appartenente delle forze dell’ordine o un socio dell’avvocato, si reca a casa dell’anziano per ritirare il bottino. E il raggiro è servito.

Le forze dell’ordine hanno lanciato diverse campagne informative destinate agli anziani per prevenire le truffe: l’ultima della polizia si chiama, non a caso, «Non siete soli, chiamateci sempre». Il consiglio principale è quello di non aprire agli sconosciuti, anche se muniti di tesserino, e di chiamare sempre le forze dell’ordine per verificare l’identità di chi si presenta alla porta e chiede di poter entrare. (fonte)

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