Sorpresa, la stampante smette di funzionare se ha cartuccia non originale

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«Problema della cartuccia. Una o più cartucce risultano essere mancanti o danneggiate. Sostituire le cartucce per riprendere la stampa». È il testo dell’errore che molti utenti hanno visto comparire la scorsa settimana sulle proprie stampanti HP, che improvvisamente hanno smesso di accettare cartucce compatibili non originali, perfettamente funzionanti fino al giorno prima.

123Inkt

I primi a segnalare il caso sono stati gli olandesi di 123Inkt, un rivenditore di cartucce compatibili con le stampanti di vari produttori. I test condotti dai tecnici dell’azienda su stampanti con cartucce compatibili testate e funzionanti hanno appurato che il problema è legato al firmware delle stampanti.

HP si è affrettata a dare la colpa ad un aggiornamento firmware andato storto, ma secondo le ricerche di 123Inkt non è stato distribuito alcun update nei giorni che hanno preceduto il fatidico blocco delle stampanti. Le macchine che mostrano il problema montano un firmware datato marzo 2016 (sviluppato nel 2015) e addirittura stampanti rimaste a lungo in magazzino, mai utilizzate e mai connesse ad internet hanno subito mostrato l’errore nonostante il firmware fosse stato finalizzato in una data ancora precedente.

DRM PER STAMPANTI

L’ipotesi è che HP abbia fisicamente programmato una data di scadenza nelle proprie stampanti per impedire l’uso di cartucce compatibili dopo il 13 settembre 2016. Una sorta di DRM ad attivazione programmata, la cui esistenza è stata successivamente confermata anche dall’azienda.

«Le stampanti HP rifiutano cartucce non HP in molti casi», ha dichiarato un portavoce al canale televisivo olandese NOS. «Ciò avviene per proteggere l’innovazione e la proprietà intellettuale, ma anche per migliorare la sicurezza dei nostri prodotti per i clienti». Il blocco imposto dal software, hanno aggiunto ancora dalla HP, è necessario per la protezione della comunicazione fra la stampante e la cartuccia.

Spiegazioni comprensibili ma che tradotte dal linguaggio delle pubbliche relazioni confermano di fatto l’intenzione di bloccare il funzionamento di tutte le cartucce compatibili, che sul mercato si trovano a prezzi nettamente inferiori rispetto alle ricariche originali.

LE STAMPANTI COINVOLTE

Per adesso l’unica soluzione al problema è un downgrade del firmware delle stampanti con una versione del codice risalente al 2014. Un’operazione tecnica complessa che esula dalle competenze dell’utente medio.

I produttori cinesi che forniscono a 123Inkt le cartucce compatibili assicurano di aver già messo appunto un chip alternativo capace di aggirare i limiti imposti da HP. Ma se il produttore volesse, suggeriscono dall’Olanda, sarebbe molto facile aggiornare il firmware per rimuovere la limitazione attivata il 13 settembre. Il problema è stato riscontrato sui seguenti modelli della serie Officejet Pro di HP: 6830, 8610, 8615, 8620, 8625, 8630, 8640, 8660, x451dn, x451dw, x476dn, x476dw, x551dw, x576dw.

ORO NERO

Non è un mistero né una novità che il grosso dei profitti dei produttori di stampanti non derivi più dalla vendita delle macchine, bensì dalla distribuzione delle cartucce. È lo stesso modello di business applicato dai produttori di rasoi da barba: l’impugnatura del rasoio costa poco e viene venduta con una sola lametta, mentre il prezzo quasi raddoppia per l’acquisto delle confezioni delle lamette di ricambio. Una politica di prezzo che per alcuni modelli di stampanti di fascia bassa rende talvolta più conveniente comprare un nuovo dispositivo quando le cartucce incluse sono esaurite.

Del costo esagerato dell’inchiostro per stampanti inkjet si parla ormai da più di dieci anni. I prezzi variano a seconda dei produttori e del tipo di cartuccia acquistata, ma secondo uno studio di Consumer Reports del 2013 i prezzi al litro oscillano fra i 450$ (come un grand vin Chateau Latour del ’74) e i 2540$ (come la stessa quantità di insulina sintetica).

HP nel 2007 era stata coinvolta in una class action negli Stati Uniti con l’accusa di aver pagato più di cento milioni di dollari a Staples per rimuovere le cartucce compatibili più economiche dai punti vendita della nota catena di articoli per la cancelleria. La causa si è chiusa con un nulla di fatto ed è stata archiviata nel 2008, perché l’accordo non supera i limiti imposti dallo Sherman Act, la legge antitrust statunitense.

CONTRO IL DRM

Anche la decisione di bloccare gli accessori di terze parti con una linea di codice ad esecuzione programmata non verrà sanzionata dagli organi competenti sui rispettivi mercati? In attesa di una class action, che è già nell’aria, la risposta rimane in sospeso. Nel frattempo la Electronic Frontier Foundation vorrebbe introdurre un’etichetta per tutti i prodotti elettronici che prevedano l’uso di DRM e chiede una riforma della tutela di questa pratica prevista dal Digital Millennium Copyright Act (DMCA) americano.

Secondo la EFF un’indicazione sulle confezioni sarebbe efficace per avvertire i consumatori che il prodotto che stanno per comprare è «defective by design», ovvero è stato progettato per imporre volontariamente dei limiti al libero utilizzo e alla modifica da parte del possessore. (fonte)

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