“Io so tutto di te”, truffa spopola fra gli adolescenti

“Io.so.tutto_”. O ancora: “Io.so.tutto.di.te”, “io_so_tutto_di_tutti”, “io_so_chi_siete”. Con interessanti varianti locali, da io “iosotuttopescara” a “iosotuttomanfredonia”, e alcuni incerti: “io.so.un.po.tutto” e “io.so.quasi.tutto”. L’ultima tendenza su Instagram, social network frequentato in Italia da oltre 14 milioni di persone, è un’ondata di account con nomi simili e che offrono la stessa cosa. Stiamo parlando di centinaia di account che nascono e muoiono velocemente e agiscono secondo uno schema unico: promettono di svelare segreti che solo noi conosciamo e pubblicano foto di conversazioni per dare un assaggio di quel che potrebbero raccontare di noi: “Hai 17 anni, hai una cotta per una ragazza, iniziale A, abiti da 5 anni in Italia” recita Io.so.tutto_, dall’alto dei suoi 173mila follower, lasciando sbigottito il presunto interlocutore.

Tradimenti, avventure, dolori, amori, nulla sarebbe al sicuro. Per vedersi recapitato il messaggio bisogna, invariabilmente, fare quattro cose: “seguici” per cominciare; “citaci in una storia” (una tipologia di post di Instagram, ndr); scrivere “dimmi” in un messaggio diretto e poi “aspetta la nostra risposta”. Come in una sorta di catene di Sant’Antonio questi account creano un’aspettativa e si fanno largo in apparenza con il passaparola. Con meccanismi di rilancio, “a 100mila follower risponderemo a tutti” o di attesa: “Stasera rispondo ad altri 50”. O perfino di esclusione: “Ho risposto a 100 fan ma a te no”.

L’obiettivo, stando ai messaggi pubblicati ad esempio, sarebbero adolescenti e pre adolescenti. Del resto su Intagram in Italia la fascia di età fra i 13 e i 17 anni è cresciuta a dismisura con un più 65 per cento fra novembre 2016 e novembre 2017 stando ai dati ComScore. Ed è la più facile da manipolare e la più imprudente online.

Alcuni di questi account in poche ore sono riusciti a totalizzare migliaia di follower, fino a picchi di decine di migliaia o centinaia di migliaia. E in questa loro scalata a volte si notano dei salti di popolarità singolari. Io.so.tutto_ in appena un giorno ha conquistato 110 mila follower. Notevole, anche per un indovino. “Con buona probabilità sono tutti follower fasulli”, commenta da Los Angeles Karim De Martino, vice presidente della Open Influence, agenzia da 18 milioni di dollari l’anno specializzata nel mondo dei social e selezionata da Forbes come una delle migliori startup del 2016. “L’obiettivo è quello di acchiapparne il più possibile, cambiare poi il nome dell’account e presentarsi come influencer a qualche agenzia o azienda in cerca di persone sulle quali investire risorse pubblicitarie”.

Tante di queste aziende non si accorgono che i fan sono posticci o che quando sono reali stanno lì per altri motivi. Fra le agenzie poi, quelle che fanno da tramite fra l’investitore e l’influencer, c’è chi fa finta di non vedere e preferisce voltarsi dall’altra parte perché comunque poter presentare una stella dell’online da oltre 100mila follower, disposto a diffondere messaggi pubblicitari a prezzi di saldo, non capita tutti i giorni. O meglio, non capitava.

Ci siamo anche chiesti se dietro questo meccanismo di citazioni e messaggi ci fosse un bug di sicurezza, ma tutto funziona perfettamente: i dati degli utenti che rispondono o hanno risposto sono al sicuro.

IL NOSTRO TESTIMONE SUL CAMPO: MARINO POSTRINI

Una volta notato il meccanismo di questi account, abbiamo voluto capire meglio come poteva funzionare e fare un po’ di verifiche. Per questo abbiamo creato un account falso e abbiamo iniziato a postare contenuti come se fossimo un normale teenager che ha un cane, che si vergogna di fare selfie (non volevamo rubare l’immagine a nessuno), che posta immagini di quotidianità e che segue gli account di Chiara Ferragni e di Kim Kardashian, oltre a quello di alcuni sportivi (tra cui Totti e Fognini). Lo trovate qui: @marinopos.

Dopo una giornata a costruire un account che sembrasse nuovo ma non palesemente falso, abbiamo iniziato a seguire alcuni di questi account. Sono successe due cose. Della prima eravamo certi: nessuno ci ha mai risposto. La seconda: hanno iniziato a seguirci e scriverci in privato altri account simili. Hanno visto in noi un potenziale nuovo follower.

IL MONDO A CACCIA DI FOLLOWER

Oggi succede sempre più spesso, non solo in Italia, non solo su Instagram. In aprile il The Times ha creato un profilo Twitter finto acquistando seguaci a pochi centesimi l’uno da siti specializzati come Devumi.com. Risultato: 5mila fan per 49 dollari, 100mila follower per meno di mille. Molti dei fan venduti tanto al peso sono account registrati in Asia. Altri, come ha scoperto in New York Times con una grande inchiesta dal titolo ‘The Follower Factory’, sono invece rubati. In ogni caso un sistema fraudolento di diventare una star del Web.

“Da circa un anno il fenomeno è diventato preoccupante”, prosegue De Martino. “Le aziende che investono in questo settore dovrebbero guardare con più attenzione dove mettono i soldi. In fondo, è relativamente facile scovare gli influencer che comprano fan. Crescono in maniera meccanica aggiungendo pacchetti di follower della stessa cifra, o fanno salti in avanti straordinari”.

Come il nostro amico io.so.tutto_. “Stasera rispondiamo a un po’ di richieste” scrive. Ha anche iniziato a creare delle “storie” promettendo risposte in cambio di like per far sembrare il suo account vitale e interattivo come quello di un vero influencer.

Ma al momento non ci sono prove che qualcuno di questi account abbia davvero risposto a qualcuno. Gli abbiamo mandato un messaggio, stavolta non dal profilo di @marinopos ma dal nostro, chiedendogli di quel picco di utenti del 16 gennaio visibile sul sito Socialblade, che analizza il traffico dei vari profili. Non ha risposto, ma nel giro di venti minuti ci ritroviamo scopriamo di avere tre nuovi follower: Io.so.tutto__ (con line doppia “__”), Iosotutto_milano, so.tutto.Italia. Anche noi, nel nostro piccolo, stiamo diventando popolari grazie a follower posticci. (fonte)

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