Smartphone, è allarme sulla sicurezza stradale

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Smartphone sotto accusa. È lui sul banco degli imputati per l’allarme sulla sicurezza stradale che ha interrotto di colpo il suo circolo virtuoso: dopo 15 anni tornano ad aumentare le vittime.

Era dal 2001, quando in Italia si contavano qualcosa come 7.096 morti sulle strade, che non succedeva un fatto del genere: di anno in anno – con grande fatica – eravamo arrivati nel 2014 a quota 3.381 lenzuoli bianchi stesi sull’asfalto, per poi assistere nel 2015 ad un’incredibile impennata: 3.419 vittime.

“Incredibile” perché gli incidenti nel frattempo continuano a diminuire con costanza (erano 263.100 nel 2001 e siamo passati dai 177.031 del 2014 ai 173.892 del 2015) e questo significa solo una cosa: aumenta la violenza dei sinistri, dato confermato dall’incremento del 6 per cento dei feriti gravi. E la distrazione da cellulare sembra essere proprio il cuore del problema.I numeri snocciolati da Istat e Aci, che oggi presentano nel dettaglio le statistiche di questa emergenza, così confermano quello che Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri avevano già evidenziato qualche mese fa: pur in assenza di tutti i dati delle polizie Municipali il quadro che avevano tracciato era proprio quello che oggi abbiamo sotto gli occhi. Ma c’è un elemento chiave: sono aumentate anche le infrazioni, molte delle quali generate dalla distrazione. Tra le cause principali – sempre secondo i dati di Polizia e Carabinieri – c’è l’utilizzo dello smartphone: 48.524 sono le infrazioni commesse nel 2015 per il mancato utilizzo di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare, il 20,9% in più rispetto al 2014.

E qui – molto probabilmente – c’è la spiegazione dell’aumento delle vittime: con lo smartphone in mano l’incidente è sempre più grave del normale perché manca del tutto la frenata.

Un solo dato per capire: le statistiche ci dicono che per mandare un messaggio (mail, Sms, Whatsapp, social, ecc.) se ne vanno mediamente 10 secondi: a 100 km/h percorriamo così 280 metri (due campi e mezzo di calcio) al buio. A 50 km/h, saranno 140 metri. Uno spazio enorme, specie in centro abitato. E i sondaggi ci mostrano un quadro preoccupante: un italiano su due non rinuncia al cellulare nemmeno alla guida e di questi (fonte Doxa Direct Line) un 28% circoscrive l’imprudenza a qualche volta, un 10% la dichiara una distrazione frequente, e un 6%, senza ritegno, confessa di usarlo anche per mandare messaggi.

E c’è un 1% che ammette di farlo sempre, tutti i giorni. Dai dati Istat però emerge anche un altro elemento da non sottovalutare: salgono gli incidenti in autostrada. Insomma dopo anni di Tutor, controlli a tappeto e uso massiccio dell’elettronica anche nell’isola felice della sicurezza stradale scatta il campanello d’allarme. Certo, la città rimane sempre il luogo più pericoloso (oltre il 70 per cento di incidenti e feriti, più del 40% dei morti) ma anche sulle autostrade occorrerà intervenire.

Difficile considerare la cosa “di poco conto” e l’aumento di vittime dell’uno per cento un elemento marginale: sulle nostre strade muore una persona ogni due ore e mezza, quasi come se una Costa Concordia si schiantasse ogni tre giorni. (fonte)

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