Questa app ti paga per non usare lo smartphone

C’è un’app che ti paga per non usare app. Si chiama Hold e si sta espandendo dai Paesi scandinavi (dov’è nata) alla Gran Bretagna. Il suo obiettivo è semplice: premiare chi resiste alla tentazione di usare compulsivamente il proprio smartphone. Nello specifico, si rivolge agli studenti universitari per tentare di limitare le distrazioni mentre sono a lezione. Quello che devono fare è attivare l’app. Da allora, parte un timer. E più il tempo passa, più lo studente accumula punti: uno ogni venti minuti senza mettere i polpastrelli sul display. Per farci cosa? I punti diventano buoni da spendere sul mercato incorporato nell’applicazione. Possono essere utilizzati per avere sconti, sia online che (con un QR Code) alla cassa di alcuni punti vendita. Per comprare snack, libri, servizi universitari, prestiti in biblioteca.

Ma come guadagna l’app? Il mercato sul quale spendere i punti è sostanzialmente un luogo digitale dove promuovere prodotti. I marchi, quindi, pagano Hold per entrarci e avere un contatto diretto con un pubblico preciso (quello degli studenti). Il fondatore dell’app, Maths Mathisen, ha detto a TheNextWeb che proteggere gli studenti dalle distrazioni digitali “è una grande sfida”. Che si vince convincendoli ad allontanare il dispositivo dalle loro mani. I primi riscontri sono positivi: Hold ha già ottenuto 1,4 milioni di dollari dagli investitori. E, secondo i dati forniti Mathisen, un quarto degli studenti norvegesi (la società ha sede a Oslo) ha scaricato l’app nei primi tre mesi dal lancio. “I numeri – sottolinea il fondatore – dimostrano che i giovani sono pronti per affrontare questo cambiamento”.

Sulla stessa lunghezza d’onda viaggia The Disconnect, una nuova rivista digitale (lanciata a febbraio) ti costringe a staccare la spina da Internet, nel senso che i lettore può fruire dei suoi contenuti una volta sola e soltanto se si è disconesso dalla rete. Ha messo il suo dispositivo in modalità aeropolano, per intenderci. Il tutto suona di provocazione, naturalmente, anche se il fondatore della rivista Chris Bolin ice di voler sottolineare proprio questa contraddizione: un contenuto solo sul digitale ma che si può leggere soltanto off-line. Il sito sfrutta una funzione integrata nella maggior parte dei browser web, che rileva se un utente è connesso o meno a Internet.  Così, quando si accede per la prima volta al sito di The Disconnect (dopo essersi iscritti via mail) si legge: “Si prega di scollegare da Internet. Questa è una rivista offline di commento, finzione e poesia”. Così, dopo la disconnessione, il sito si rivela ed è in tutto e per tutto un normale magazine online: racconti brevi, saggi ed editoriali. “Ho creato questa rivista in parte perché penso che sia molto divertente usare l’ironia in questo modo: avere un pezzo di Internet che ti costringe a lasciare internet “, spiega il fondatore Chris Bolin. (fonte)

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