Quando i genitori sono ‘invadenti’, i figli difendono così la propria privacy

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Sebbene mamma e papà si affannino per tenere sotto controllo i figli, i più giovani hanno sempre l’opportunità di difendere la propria privacy (anche la loro si chiama così) con app e trucchi.

Quando una decina di anni fa i cellulari prendevano piede tra i più giovani, i genitori restii a comprarli ai figli minorenni argomentavano che ai loro tempi era bello non essere sempre rintracciabili da mamma e papà. Oggi ci sono gli smartphone, più avanzati e controllabili, ma anche una generazione di ragazzini cresciuti con questi strumenti e in grado di utilizzarli per farla franca.

Per quanto gli adulti si sforzino di tenerli sotto controllo, ai più piccoli basta un po’ di dimestichezza per nascondere a occhi indiscreti messaggi e foto. Si fa con Whatsapp, archiviando le chat in modo che non compaiano nell’elenco delle conversazioni, ma è più sicuro usare Telegram, che permette di inviare messaggi impostando un timer per autodistruggerli una volta letti. Le chat, però, non sono l’unico fronte su cui difendersi dall’onnipresenza dei genitori: su Facebook è normale avere tra gli amici anche mamma e papà. E se molti migrano su Instagram e Snapchat, dove gli adulti bazzicano meno, chi resta fedele al social di Zuckerberg può inserire i propri parenti in una lista di contatti a cui è precluso l’accesso a particolari post o foto. Se invece gli scatti da nascondere sono sul telefono, ci sono sistemi ingegnosi come Fake Calculator (per iPhone) e Ultimate Calculator (per Android), che si presentano come normali calcolatrici ma che, digitando una password sul tastierino, rivelano un archivio segreto di immagini.

Occultare le foto, però, è il meno. Quando il controllo dei genitori si fa eccessivo, i figli corrono ai ripari con soluzioni degne di una spia. Se le madri apprensive credono di preservare i pomeriggi di studio dei pargoli controllando le cronologie di navigazione o con i sistemi di parental control, dovranno fare i conti con la navigazione in incognito e le copie cache delle pagine web, che sfuggono a ogni tipo di filtro. Mentre le retate dei padri autoritari, per scovare attività vietate sugli smartphone della prole, nulla potranno se i nerd di casa avranno imparato a nascondere le icone delle app. Sì, si può fare anche questo. Su iPhone basta trascinare un’app sopra un’altra come per aprire una nuova cartella e, una volta creato questo folder, riportare l’app nella schermata principale senza mai staccare il dito dallo schermo per andare a posizionarla nel dock: l’app sparirà fino al prossimo riavvio del telefono e, nel frattempo, sarà rintracciabile solo attraverso la funzione Cerca. Per chi ha un Android, invece, basta scaricare Hide App dal Play Store.

Il punto è che ogni sistema di sorveglianza ha un modo per aggirarlo: anche geolocalizzare i figli con il Gps ha dei limiti: sui telefoni Android basta scaricare un’applicazione (Fake Gps) per mascherare gli spostamenti. A conti fatti, meglio educare i propri figli a un uso consapevole di Internet piuttosto che sfidarli sul campo della tecnologia: la battaglia sarà sempre impari. (fonte)

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