Privacy, le auto imparano da Facebook…

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Le auto saranno come Facebook, e addio alla privacy…

Nei prossimi anni saranno milioni le auto connesse in Internet, con il rischio concreto di trasfomare la grande mole di informazioni in un business per le Case automobilistiche.

Salendo in auto, prima di avviare il motore, sarà forse necessario verificare le impostazioni della privacy, un po’ come accade oggi su Facebook. Non è una provocazione. L’industria automobilistica è pronta a gestire l’enorme mole d’informazioni raccolte dalla prossima auto connessa in rete, con lo scopo abbastanza chiaro di “farci del business”. Il più azzardato nelle dichiarazioni nei mesi è stato Karl-Thomas Neumann, numero uno di Opel, maratoneta hi-tech che ama alternare un paio di scarpe da running con dei Google Glass: le vetture della Casa tedesca dal 2015 saranno tutte connesse con il resto del mondo e un cloud attraverso una rete 4G. Non male per i clienti e per il marchio che vede la possibilità di svecchiarsi (anche se la scelta di un testimonial come Claudia Schiffer potrebbe far pensare al contrario…). Il problema semmai è cosa farne delle informazioni accumulate da Opel grazie alla connessione delle sue vetture. Su questo Neumann ha ben pochi dubbi: “con il consenso degli automobilisti potremmo farle fruttare”. In altre parole, farle diventare un’occasione di business.

L’idea di Neumann è chiara: le preferenze “raccolte” dai dati potranno generare offerte legate all’auto o al viaggio da inviare ai clienti. Una sorta di Groupon su quattro ruote. “D’altronde, considerando il tempo passato alla guida tutti i giorni, il numero delle auto in circolazione e il fatto che Facebook abbia pagato per WhatsApp circa 50 dollari per ogni utente, le premesse per un business ci sono tutte”, ha concluso Neumann.

Anche Jim Farley, a capo di marketing e vendite di Ford ha dichiarato: “Conosciamo informazioni sulle abitudini di milioni di nostri clienti”. Salvo poi esser costretto ad un passo indietro da parte del ceo Alan Mulally. Ci ha pensato Martin Winterkorn, a capo del gruppo Volkswagen a rimettere al centro la questione dati: “L’auto non deve diventare un enorme data monster. Penso che si debba dire di si alle informazioni utilizzate per la sicurezza mentre bisogna evitare situazioni tipo Grande Fratello. Per questo deve nascere una regolamentazione all’interno della stessa industria automobilistica”. Rassicurazioni dei tedeschi a parte, il problema rimane. Tanto più se, secondo gli analisti americani dell’IHS, nel 2020 saranno 370 milioni i veicoli connessi nel mondo. Siamo pronti?

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