Privacy, cos’è la ”schedatura di massa” World-Check

E’ una grande schedatura che interessa oltre due milioni di persone, aziende, Ong, sindacati. Un database venduto dal gigante dell’informazione finanziaria Thomson Reuters ed utilizzato, secondo la stessa, da 49 su 50 delle più grandi banche del mondo per valutare i loro clienti e capire se possono essere a rischio di crimini come il riciclaggio, la corruzione, il terrorismo. Si chiama World-Check e due settimane fa il nostro giornale ha rivelato quanto sia arbitrario e problematico, grazie a un accesso completo a questa banca data in collaborazione con un team di media internazionali: il Times di Londra, il quotidiano belga De Tijd, la tv e il quotidiano tedeschi Ndr e Sueddeutsche Zeitung, la radio olandese NPO e il giornale americano The Intercept.

Oggi arriva la notizia che le autorità garanti dei paesi europei hanno appena tenuto un incontro in cui hanno espresso preoccupazione su World-Check. A riunirsi per valutarlo è stato il sottogruppo “materie finanziarie” del gruppo di lavoro “Article 29“, che riunisce tutti i garanti per la privacy delle nazioni europee. A chiedere al sottogruppo materie finanziarie di esprimersi su World-Check è stata proprio l’Autorità italiana per la protezione dei dati.

Dall’incontro è emerso che esistono tre istruttorie aperte su questa banca dati: una in Inghilterra, una in Belgio e la terza in Italia, come aveva confermato il garante Antonello Soro a Repubblica, spiegando di aver “ricevuto la segnalazione di un cittadino italiano che ha subito danni enormi dall’inserimento in World-Check di dati non aggiornati. Il suo profilo, anche dopo la sua specifica richiesta di cancellazione, continuerebbe a essere a disposizione di banche e di altri operatori finanziari”.

Il problema di World-Check è che un database completamente confidenziale: chi lo usa non va in giro a dirlo. E chi ci finisce dentro spesso non lo sa e non lo scopre se non quando è troppo tardi, perché magari il conto in banca gli è stato già chiuso sulla base di informazioni che, in alcuni casi, non sono aggiornate e quindi affidabili, e a volte sono completamente arbitrarie.

Lo sa bene la moschea di Finsbury Park a Londra, che nel 2014 si è vista chiudere improvvisamente il conto in banca dalla HSBC, senza spiegazioni, senza possibilità di appello e senza che nessun istituto di credito, a parte la Banca Islamica, fosse disponibile ad aprirne un altro. Solo un’inchiesta della BBC aveva permesso alla moschea di scoprire che dietro questa scelta c’era il database World-Check, che aveva schedato Finsbury Park nella categoria “terrorismo”. Il centro religioso aveva effettivamente avuto un passato turbolento, a causa dell’imam radicale Abu Hamza che vi predicava, ma dopo il 2005 era completamente rinata e diventata un esempio di integrazione per la comunità locale, lodato anche da leader politici come Jeremy Corbyn. Eppure World-Check inchiodava Finsbury Park al suo passato più remoto, creandole non pochi problemi, che hanno spinto la moschea a ricorrere in tribunale contro Thomson Reuters e a vincere, ottenendo anche 10mila sterline a titolo di compensazione.

Proprio questa settimana la Banca d’Italia ha reso noto il boom delle segnalazioni di operazioni finanziarie sospette a rischio di riciclaggio e terrorismo, che hanno ormai superato le 100mila unità. Viene da chiedersi in che misura queste segnalazioni facciano affidamento su database come World-Check, che, secondo quanto pubblicizza Thomson Reuters, viene compilato utilizzando oltre 540 liste di sanzioni governative e report giornalistici su oltre 240 paesi: un lavoro che si basa su 100mila “fonti rispettabili” (reputable sources).

L’inchiesta del nostro giornale ha permesso di rivelare una schedatura completa della politica italiana: dalla famiglia di Beppe Grillo a quella di Matteo Renzi, escluso babbo Renzi, ma inclusa la bambina piccola, finita in World-Check quando era praticamente nella culla. Le schedature più delicate, però, sono quelle che compaiono sotto la voce “terrorismo” e che vedono incluse organizzazioni come “CasaPound”, mai finita in inchieste sul terrore, gruppi come la Federazione Anarchica Informale o attivisti politici come i NoTav o anche individui innocenti, perché completamente scagionati dalle accuse di terrorismo ben nove anni fa.

Chiunque può chiedere alla Thomson Reuters di sapere se è schedato in World-Check, che informazioni contiene il database e quanto sono aggiornate. Per farlo, è necessario inviare un’email a contact@world-check.com . E, a questo punto, è importante farlo proprio in queste settimane in cui i garanti europei del sottogruppo materie finanziarie stanno monitorando il caso. Perché World-Check è solo una raccolta di dati immateriali, ma può avere conseguenze pesanti sulle vite degli schedati. (fonte)

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