Privacy, attenti alle app che monitorano gli ultrasuoni

Il monitoraggio dei dispositivi è una grave minaccia per la privacy degli utenti poiché consente di spiare le loro abitudini e attività. Una recente tecnica sfrutta trasmettitori audio a ultrasuoni e li traccia usando il microfono dei dispositivi portatili. La tecnologia è ancora agli inizi, ma sta crescendo in popolarità.

Lo studio arriva da un team di ricercatori tedeschi che hanno analizzato la tracciabilità dei cellulari tramite gli ultrasuoni che emettono frequenze a 20 kHz, quindi, superiori a quelle udibili da un orecchio umano. Ma alcune applicazioni per smartphone sono in grado di captarle. E alcune aziende hanno ammesso di usare già questa tecnologia, ma in forma ancora poco invasiva.

Come? Tramite video e cartelloni pubblicitari, pagine web o negozi che emettono suoni ad alta frequenza che applicazioni, con accesso al microfono del telefono, sono in grado di captare e creare un profilo su ciò che hai visto, dove, e in alcuni casi, anche i siti che hai visitato.

Pedinati dagli ultrasuoni

L’utilizzo di questa tecnologia di ad-tracking consente alle aziende pubblicitarie di collegare le abitudini di consumo dei media all’identità di una persona raccogliendo le frequenze degli ultrasuoni dai siti web e dalle trasmissioni radio e televisive. Ma non solo. Le frequenze a ultrasuoni possono essere utilizzati anche per monitorare i luoghi, i comportamenti e le abitudini di acquisto su diversi dispositivi: tutte informazioni che consentono all’inserzionista di pubblicare annunci specifici e personalizzati in base a dove sei stato.

Applicazioni in ascolto

I ricercatori, partendo dall’analisi di un milione e 300mila applicazioni per Android, hanno scoperto che 234 di queste contenevano un codice per attivare la funzione per ascoltare le frequenze a ultrasuoni, ovviamente, all’insaputa dell’utente. Non è così facile sapere se un’app è dotata di questa tecnologia a ultrasuoni. Il consiglio dei ricercatori è dettato dal buon senso: controllate sempre le autorizzazioni richieste dalle applicazioni. Se non esiste alcuna ragione per un programma, come un gioco o un’applicazione di notizie, per accedere al microfono del telefono, disattivatelo. La minaccia del monitoraggio a ultrasuoni è, al momento, piuttosto circoscritta, anche perché esistono tecnologie che consentono di “pedinare” un dispositivo in modo molto più semplice. (fonte)

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