Polizia Postale, attenzione a finte email Agenzia delle Entrate

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Tenete sempre gli occhi aperti e prestate massima attenzione una volta aperta la casella mail. Soprattutto sulle mail che sembrano provenire dal fisco: quelle che si presentano come «linee guida» dell’Agenzia delle Entrate per fronteggiare i controlli sul redditometri sono in realtà un falso.

Hanno criptato i dati informatici di aziende friulane, riuscendo a “entrare” nei loro computer con mail portatrici di virus. Poi hanno chiesto agli imprenditori un vero e proprio riscatto in cambio della decriptazione.

È successo a quasi una decina di imprese della provincia di Udine. Alcune hanno ceduto all’estorsione e hanno pagato (ovviamente con sistemi di money-transfer) somme che oscillano tra i 5 e i 600 euro. E, in qualche caso, non sono nemmeno riuscite a rientrare in possesso dell’intero contenuto dei loro computer. Altre, invece, hanno riconosciuto “l’attacco” on line grazie a validi software di protezione. Sia gli uni sia gli altri, comunque, si sono rivolti alla polizia per segnalare l’accaduto. E ora gli esperti della Postale sono al lavoro nei loro uffici di via Marinelli.

«La maggior parte delle volte – chiarisce l’ispettore capo Francesco Tempo – ai malcapitati è arrivata una mail che sembrava provenire, per esempio, dall’Agenzia delle Entrate, oppure da un noto spedizioniere o da altri account ancora, tutti falsificati naturalmente. A tale mail, magari con oggetto «Pregasi aprire fattura», era allegato un modulo con la richiesta di numerose informazioni personali, dal nome alla data di nascita, dal codice fiscale al numero di partita Iva. Il tutto poi da rispedire al mittente.

Il problema è che così i criminali, con un’unica azione, non solo riescono a entrare in possesso di dati personali e riservati delle vittime (che possono essere utilizzati per prelievi fraudolenti o altre truffe), ma infettano anche i loro pc e li danneggiano al fine di trarne profitto».

A prima vista quelle mail sembrano “originali”. Scritte e loghi appaiono praticamente identici a quelli ufficiali. Tuttavia, a ben guardare, le differenze ci sono. A cominciare dall’indirizzo telematico che non è quello vero, ma è leggermente diverso.

Solo qualche settimana fa la stessa Agenzia delle entrate, con una nota ufficiale, aveva messo in guardia i cittadini così: «L’email “Le linee guida” che sta circolando e che riporta il logo delle Entrate, è un falsa. Inoltre il file allegato, in formato word, contiene un virus e, se aperto, può compromettere la sicurezza del computer del destinatario. L’Agenzia invita quindi i contribuenti che stanno ricevendo questo messaggio a non inoltrarlo ad alcuno e a eliminarlo senza aprire l’allegato».

Un analogo discorso era stato fatto per altre mail con false notifiche di rimborsi fiscali. «Queste comunicazioni – chiarisce l’Agenzia – utilizzano il nostro logo e invitano il contribuente a cliccare sul link “Chiedere il rimborso” che, a sua volta, rimanda ad una finta pagina web del sito delle Entrate dove si chiede di inserire informazioni personali tra cui i dati della carta di credito. L’Agenzia delle Entrate è estranea all’invio di questi messaggi e raccomanda di non darvi seguito. Si tratta, infatti, di tentativi di truffa informatica architettati per entrare illecitamente in possesso di informazioni riservate. L’Agenzia delle Entrate non richiede mai dati sulle carte di credito e non invia comunicazioni via e-mail relative ai rimborsi».

I tentativi di truffa avvenuti in questo periodo sono stati numerosi. «Una di queste mail è arrivata anche sul mio computer privato – sottolinea ancora l’ispettore Tempo – e solo in questi ultimi giorni sono giunti all’attenzione della polizia postale ben tre casi. Si tratta di un fenomeno piuttosto nuovo e, spesso, cadere nella trappola è facile perchè i truffatori, che quasi sempre lavorano da Paesi esteri, hanno affinato le loro tecniche: utilizzano un buon italiano, se non addirittura lo stesso linguaggio adottato dagli enti che “copiano” per accreditarsi, siano essi agenzie pubbliche, poste o grandi aziende di trasporto. In caso di dubbi, è bene chiamare direttamente l’ente che pensiamo ci abbia inviato la comunicazione e chiedere chiarimenti». (fonte)

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