Perché ti odio su Facebook…

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Facebook ha le sue regole, e se ci sono alcune cose che sarebbe meglio non fare per tutelare la propria sicurezza, ce ne sono anche delle altre che sarebbe meglio evitare per non rischiare di risultare antipatici, egocentrici e odiosi.

Su tutti i post malinconici o euforici che sul social che per eccellenza è votato alla condivisione, limitano invece l’interazione. Quelli, insomma, ai quali pur volendo non sapresti cosa rispondere se non «E a me cosa importa?».«Sono triste» o «oggi sono rientrata nella 42» sono esempi lampanti di questi post autoreferenziali che agli occhi di chi legge, specie se ripetuti spesso, possono suonare davvero noiosi.

Gli studiosi di Harvard hanno anche dato un nome a questa tendenza a lamentarsi o autocelebrarsi: un borbottio tipico dei social che hanno definito non a caso con il fastidioso termine onomatopeico Humblebragging. 

Ma sono solo alcuni esempi delle cose che sarebbe meglio non fare per non rischiare di risultare urticanti su Facebook con la conseguenza, talvolta, anche di essere bloccati o cancellati. Abbiamo individuato le principali e sicuramente, noi per primi, leggendole capirete che è molto più facile cadere nell’errore di quanto si pensi.

ESSERE VOLGARE

Ciò che si scrive non vale meno di ciò che dice. Questo vale anche per Facebook, che non è un posto dove sfogarsi mostrando il peggio di sé. Perciò, per evitare di apparire scurrili e spiacevoli, meglio dimenticare parolacce o frasi volgari. A oscurare foto e video “in tema” ci penserà Facebook, anche da solo. La censura, come vi abbiamo raccontato qui, non risparmia proprio nessuno.

MANDARE INVITI CONTINUI AI GIOCHI

Candy Crush, Farmville, Mafia Wars. Ok, a voi piace, ma non è detto che questa passione sia condivisa anche dai vostri amici. E ricevere pressanti inviti può essere davvero molto fastidioso, tanto che persino Mark Zuckerberg recentemente ha promesso di voler risolvere il problema. Insomma, se non ci penseranno i vostri contatti a bloccarvi o rimuovervi, presto ci penserà proprio Mr. Facebook.

SCRIVERE POST VENDICATIVI INDIRIZZATI AD “AMICI” MISTERIOSI

Quelle frasi del tipo «strano vedere come il giorno prima una certa persona ti fa sentire la sua miglore amica, e il giorno dopo scompare», non hanno un effetto gradevole su chi le legge, perché non capirà di cosa si sta parlando e magari penserà di chi scrive che è persona astiosa  (e anche un po’ pesante).

FARE IL TAGGATORE SERIALE

Scrivere un post e pubblicare una foto con decine di tag, se una volta può risultare simpatico, la successiva lo sarà decisamente meno. E se questa è un’abitudine, poi non bisogna lamentarsi o rimanerci male se ci si ritrova all’improvviso bloccati, o con qualche amico in meno.

ESSERE SEMPRE TRISTE

Non fa bene a noi stessi anzitutto. E poi, dopo qualche commento compassionevole ai nostri tristissimi post, anche i più sensibili potrebbero stufarsi di frasi malinconiche. Su con la vita!

O ARRABBIATO

Un po’ come la tristezza, sarebbe sempre bene allontanare anche la rabbia. Perché di sicuro, esternandola ogni giorno anche su Facebook, non ci sono molte speranze di rientrare nella top ten dei contatti “da cui ricevere le notifiche”.

INVITARE CONTINUAMENTE

Vi è capitato che Facebook vi abbia momentaneamente bloccato gli inviti agli eventi? Non è che avete esagerato con i party e qualcuno, sfinito, ha deciso di segnalarvi? Meditate…

DIRE TUTTO MA PROPRIO TUTTO DI TE

La foto del caffè del mattino, il selfie in bagno, in tram, uno con il pranzo per dire quanto è buono e quanto è trendy il posto dove si sta mangiando. Una ogni tanto è piacevole, ma fare la fotocronaca della propria vita alla lunga potrebbe anche risultare un po’… ridicolo!

FARE IL TROLL

Succede spesso con chi è politicamente particolarmente attivo: sotto qualsiasi post dei propri contatti, di qualunque argomento si tratti, c’è chi puntualmente posta meme e video propagandistici. Bisogna sempre dire come la si pensa, ma in contesti pertinenti e non in modo ossessivo, altrimenti alla lunga si rischia di diventare (parecchio) petulanti.

MANDARE MESSAGGI DI LAVORO

Un po’ di netiquette, per favore. Ciò vuole anche dire usare ogni social per il ruolo che ha. Perciò, per quanto sembri comodo e veloce, sarebbe meglio evitare di sfruttare Messenger per lavoro. Specie se il destinatario è una persona che non si conosce e alla quale si è chiesta l’amicizia per scopi professionali (nemmeno questa, poi, è una mossa gradita…). Alternative? LinkedIn, per esempio. O la cara vecchia mail…

FARE IL TUTTOLOGO

Nulla vieta essere eclettici. Anzi, è solo un pregio sapere tante cose e discutere con nonchalance di moda come di scienza, di politica come di cronaca. Solo che esprimere puntualmente il proprio parere su Facebook su ogni cosa, e soprattutto con il piglio spocchioso di chi sente di avere la verità in tasca, magari alla lunga potrebbe risultare noioso, non credete? (fonte)

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