Ecco perché tanti personaggi famosi muoiono nel 2016

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Prince. Umberto Eco. Cesare Maldini. David Bowie. Carlo Azeglio Ciampi. E ora Shimon Peres. Perché così tanti personaggi famosi — politici, rockstar, attrici — stanno morendo nel 2016? Una domanda assurda, forse. Ma tra le più gettonate su Google.com. A rivelarlo è la funzione di autocompletamento del motore di ricerca, che rivela le domande più cercate dagli utenti in base al termine che stanno digitando in quel momento. La risposta, proviamo a darla noi in questo articolo. (corriere.it)

È vero che il 2016 è un anno tragico?

Innanzitutto: è vero che il 2016 è (e continua a essere) un anno tragico per le star? La risposta è sì. Almeno stando al necrologista della Bbc Nick Serpell. Nei primi 3 mesi dell’anno del 2012 erano stati solo 3 i coccodrilli tirati fuori dal cassetto, ha spiegato il reporter dell’emittente britannica, mentre nello stesso periodo dell’anno del 2016 la cifra è salita a 24. Anche se è vero, ammette Serpell, che rispetto al passato i necrologi preparati in anticipo e già pronti al momento del bisogno sono molti di più.

Vale anche per le carrellate di foto che Corriere.it , ogni anno dedica ai morti dell’anno. Sempre più popolate. Contava 50 decessi quella del 2013, quasi 100 quella del 2014, 77 nel 2015. Anche se oltre che di destino, forse, può trattarsi dell’esigenza di fornire al lettore un servizio sempre più completo.

Addio alla generazione del baby boom

Ma è dando un’occhiata alle statistiche demografiche che si possono trovare dati interessanti. Molti personaggi famosi che stanno morendo quest’anno appartengono infatti alla cosiddetta generazione del baby boom. Tradotto: sono nate tra il 1946 e il 1964 — il periodo in cui, anche in Italia, ci fu un sensibile aumento della popolazione.

Oggi i babyboomers hanno tra i 52 e i 70 anni. In Italia gli over 65% sono il 22%. La fascia d’età 65-69 è quella in cui il tasso di mortalità fa un brusco salto in avanti ed è pari a 10,2 ogni 1.000 abitanti (è del 6,4 per quella 60- 64). Insomma, lo schema è chiaro: più persone nate in una certa fascia di tempo, più persone diventate famose, più persone che oggi sono anziane e quindi hanno più probabilità di morire.

E infatti, molte star morte nel 2016, sono babyboomers: Prince (57 anni), David Bowie (69), Anna Marchesini (63), Alain Rickman (69), Victoria Wood (62), Gianroberto Casaleggio (61), Johan Cruyff (68) e Glenn Frey (67).

Il ruolo dei media

Tra le varie spiegazioni che si possono trovare a questo Spoon river c’è anche il culto delle celebrity. Che, dagli anni Cinquanta a oggi, è cresciuto esponenzialmente grazie a cinema, tv e globalizzazione. Da 60 anni a questa parte sono sempre di più gli sportivi, altezze reali e cantanti considerati famosi. E di conseguenza sono sempre di più quelli che muoiono.

C’è poi il «fattore social». Che trasforma in notizie di massa quelle che in una lontana epoca pre-Facebook non lo erano affatto. Un esempio: quella della morte della star del wrestling Chyna, ripresa in Italia dai media nazionali. Fino a qualche tempo fa sarebbe risultata accessibile (e di interesse) solo a una ristretta cerchia di fan. «Oggi invece le news sulle mini-celebrities vengono postate dai fan su Fb e Twitter portandole all’attenzione di tutti», spiega al Corriere Giovanni Boccia Artieri, docente di Sociologia dei media digitali all’Università di Urbino. «Bastano pochi clic per trasformare notizie che fino a qualche tempo fa sarebbero state di nicchia in un trending topic o in uno dei termini più cercati su Google in un certo momento». Restituendoci dunque l’impressione che le persone più o meno famose muoiano più di prima.

Contribuisce alla produzione e circolazione di questo tipo di notizie anche una certa nostalgia generazionale da parte di giornalisti e lettori. Che porta a pubblicare e leggere di più le news relative alla scomparsa di celebrità che hanno avuto un ruolo (più o meno importante) nella propria infanzia o adolescenza (ad esempio le news che ricordano tutta una serie di star di telefilm che spopolavano tra anni Novanta e inizio del Duemila, dagli attori di Beverly Hills a quelli della prima edizione del Grande Fratello).

Piccola nota di colore: il sito Deathlist.net pubblica dal 1987, all’inizio di ogni anno, la classifica delle 50 persone famose che molto probabilmente moriranno entro 12 mesi. Tra i candidati di quest’anno finora il sito ci ha preso 7 volte, azzeccando la scomparsa del giocatore di cricket Martin Crowe, dell’ex presidente della Fifa Joao Havelange, dell’attore Abe Vigoda, dell’ex first lady Nancy Reagan, dell’ex segretario generale dell’Onu Boutros-Ghali e del presentatore tv Cliff Michelmore e Muhammead Ali. (fonte)

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