Ecco perché Internet non verrà liberata da troll, odio, violenza e fake news

Nessun progresso contro troll, odio, false notizie e violenza online. Anzi, è probabile che, in futuro, il clima vada peggiorando, con un web sempre meno in grado di restare uno spazio aperto, libero e inclusivo. Sono le previsioni pessimistiche condivise dalla stragrande maggioranza degli oltre 1500 esperti di tecnologia, manager e studiosi, intervistati dai ricercatori di Pew Research Center ed Elon University.

IDEALISMO WEB AL CAPOLINEA

L’epoca dell’idealizzazione di Internet è tramontata. Dopo una prima fase piena di attese e fiducia sulle capacità costruttive ed emancipatorie del cyberspazio, secondo gli autori dell’indagine “The Future of Free Speech, Trolls, Anonymity and Fake News Online”, ha prevalso una visione più realistica e preoccupata, meno incline al fideismo.

Il fatto è che studi e ricerche, passo dopo passo, hanno messo in luce l’esistenza, nell’ambiente web, di vari fenomeni deteriori. Così, tra molti, ha cominciato a emergere demoralizzazione, rassegnazione, e disillusione. In questo contesto, la trasformazione di Internet – visto come terra di conquista di cybercriminali, truffatori, violenti e spie – è stata addirittura paragonata al processo involutivo di uno stato fallito.

CAUSE DELL’INVOLUZIONE

I motivi di questo cambio di atteggiamento? Chi esprime pessimismo sulle sorti future del web crede che la sua involuzione sia dovuta alla natura umana (siamo tutti troll) o all’aumento della disuguaglianza.

Per Richard Lachmann, docente di sociologia alla University at Albany, «Internet non farà che riflettere l’aggravarsi dei conflitti nella società determinati da crisi economica e ambientale». Con i meno abbienti, spiega Randy Albelda, professore di economia presso l’University of Massachusetts Boston, nella veste di troll sempre più arrabbiati.

D’altro canto, alcuni ritengono che l’allargamento dell’accesso online a vasti strati della popolazione, grazie anche alla diffusione di smartphone, comporterà maggiore visibilità e impatto per i comportamenti più incivili, in grado di condizionare negativamente, sotto lo scudo dell’anonimato, la comunicazione via social network.

Allo stesso tempo, parte degli esperti denuncia, invece, le responsabilità di siti, testate e piattaforme come Twitter e Facebook, accusati di non essere realmente interessati a disfarsi di troll, estremisti e produttori di false notizie (fake news). Perché questa forma di attivismo malevolo conviene, in quanto porta in dote alle aziende private più clic e più introiti.

RISCHIO MODERAZIONE

Sempre secondo l’opinione dei pessimisti, l’impiego di sistemi di vigilanza e moderazione per fronteggiare il diffondersi di odio e violenza sarà causa del rafforzamento della sorveglianza online. L’uso negativo dei social media, a giudizio di Paula Hooper Mayhew, docente presso la Fairleigh Dickinson University, farà crescere a livello globale la domanda di misure più restrittive. Che saranno introdotte dai governi per monitorare e regolare l’attività degli internauti.

A quale costo? Per Richard Stallman, paladino del software libero, terrorismo e troll forniranno il pretesto per più sistematici controlli e censure. Con rischi di manipolazione statale e serie conseguenze su diritto di informazione, libertà di espressione e privacy degli utenti.

OTTIMISMO MINORITARIO

In controtendenza, un piccolo gruppo di ottimisti, appena il 19 per cento degli intervistati, si aspetta un miglioramento dello stato di Internet. In base alle ipotesi più rosee, piattaforme e siti diverranno più sicuri grazie all’evoluzione tecnologica, specialmente nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Gli algoritmi, secondo il parere di Marina Gorbis, manager presso l’Institute for the Future, fermeranno violenza e trollismo, mentre i bot saranno capaci di promuovere connessioni virtuose.

E’ possibile, sostiene Lindsay Kenzig, ricercatrice nel campo del design, che la tecnologia decida più di prima «chi e cosa vedremo online, in modo da indirizzarci verso comunità separate di utenti con gli stessi interessi». Le persone, in ogni caso, continueranno ad avere a disposizione luoghi nei quali discutere liberamente in modo protetto. Ma, ribatte la pessimista Susan Etlinger, analista di Altimeter Group, questi “spazi sicuri”, al riparo da troll e professionisti dell’odio, saranno solo fittizi e isolati “villaggi Potemkin”. Buoni per mostrare una versione edulcorata di Internet, nascondendo la sua vera realtà sempre «meno trasparente e più problematica». (fonte)

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