Mosca continua a interferire, Congresso USA convoca Facebook, Twitter e Google

La commissione intelligence del Senato, tra quelle coinvolte nell’inchiesta sul cosiddetto Russiagate condotta al congresso, ha invitato Facebook, Twitter e a Alphabet – società ‘madre’ di Google – a comparire per un’udienza pubblica il prossimo primo novembre. E un’analoga convocazione sarebbe arrivata anche dall’omologa commissione della camera, a quanto è riuscita ad appurare l’agenzia Associated Press. E si annunciano nuovi e forse clamorosi sviluppi nell’inchiesta sugli oscuri rapporti tra Mosca e la Campagna che ha portato Donald Trump alla Casa Bianca.

Il New York Times: “Russia continua ad interferire”

Secondo il New York Times risulta che sia stato fatto largo uso di Twitter nell’ambito delle presunte interferenze russe nelle elezioni americane del 2016 e che una certa attività di ‘disturbo’ prosegue fino ad oggi con account sospettati di essere legati alla Russia che alimentano il furore scaturito dalla protesta della Lega di football americano Nfl con la conseguente polemica con il Presidente Donald Trump. Dopo un weekend scandito dalle polemiche circa la reazione del presidente Trump al gesto dei giocatori Nfl che in segno di protesta si inginocchiano durante l’inno nazionale, una rete di account twitter sospettati di legami con la Russia ha ‘partecipato’ alla discussione con hashtag su entrambe le posizioni, come #boycottnfl ma anche #standforouranthem e #takeaknee.

Lo scrive il New York Times, sottolineando che ricercatori hanno seguito centinaia di account per rintracciare le operazioni russe che continuano nel tentativo di influenzare il dibattito sui social media e fomentare divisioni negli Stati Uniti. Così, mentre da giorni l’attenzione è concentrata su Facebook dopo la rivelazione di inserzioni acquistate con un possibile utilizzo da parte di russi per influenzare le scorse elezioni negli USA, emerge adesso che l’utilizzo di twitter a questo scopo possa essere stato anche più vasto, stando al giornale.

Facebook ammette: “470 account gestiti da Mosca” Il Russiagate si alimenta dunque di nuovi elementi. Mentre il procuratore speciale Robert Mueller continua a indagare sulla interferenza di Mosca nelle elezioni presidenziali Usa dello scorso anno, Facebook aveva detto di avere scoperto circa 470 account non autentici gestiti “probabilmente” dalla Russia e associati a inserzioni pubblicitarie per 100.000 dollari, con  l’intento di creare scompiglio durante la campagna elettorale. E’ quanto emerso da un’indagine interna voluta dal gruppo guidato da Mark Zuckerberg, che ha chiuso gli account in violazione dei suoi termini d’uso.

In un post, il capo della sicurezza di Facebook, Alex Stamos, ha spiegato che sulle inserzioni per complessivi 100.000 dollari, circa 50.000 dollari erano diretti specificamente a influenzare le elezioni presidenziali del 2016 con 2.200 pubblicità sulle 3.000 fatte in un arco di tempo andato dal giugno 2015 al maggio 2017. “La grande maggioranza” delle inserzioni pubblicitarie non ha fatto riferimenti specifici alle elezioni vinte a sorpresa lo scorso 8 novembre dal repubblicano Donald Trump né ai candidati o al voto.

Queste “sembravano concentrate” più che altro “nell’amplificare messaggi politici e sociali che dividono”, dai temi legati alla comunità LGBT a quelli dell’immigrazione passando per i diritti all’uso di armi da fuoco. Facebook ha spiegato che circa un quarto delle inserzioni originate presumibilmente dalla Russia era indirizzato a raggiungere determinati utenti su base geografica. Il funzionamento degli account controversi, ha aggiunto il gruppo, è in linea alle tecniche menzionate nel white paper che Facebook ha pubblicato lo scorso aprile. (fonte)

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