Molestie, è reato far suonare troppo il telefono altrui

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Chi gioca con il telefono gioca col fuoco: l’ammonizione viene da una sentenza (n. 9962) della Cassazione del 9 marzo 2015.

Nel caso di specie, la condanna è derivata dal comportamento ossessivo di un uomo che era arrivato a far squillare a vuoto, più volte nel giorno e nella notte, il cellulare della vittima. Decisivi, in questo caso, i tabulati telefonici con cui è possibile rintracciare il maniaco della cornetta. Ma esistono anche altri mezzi gratuiti, utilizzabili tramite il web, per recuperare il numero di telefono di chi fa chiamate anonime; uno di questi lo trovate qui. (Whooming)

La Corte ha stabilito che vivere nell’incubo che il telefono torni a squillare, nel timore che dall’altro lato della cornetta ci sia un maniaco, tanto da temere per la propria incolumità e arrivare persino a cambiare le proprie abitudini di vita, fa scattare la condanna penale per il persecutore.

Inevitabile, allora, la condanna per il reato di molestie telefoniche per il quale scatta la sanzione penale oltre al risarcimento dei danni (che però andrà liquidato non dal giudice penale, ma da quello civile e, quindi, con ulteriore giudizio).

Non rileva che il persecutore si sia macchiato solo di un “ridotto numero di telefonate”: anche pochi squilli sono sufficienti a integrare i requisiti di ossessività e petulanza. (fonte)

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