Minori: Moige, basta far west su social network, serve norma ad hoc

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“Come genitori non possiamo più tollerare il far west che vivono i nostri figli iscritti senza il nostro consenso ai vari social network, la questione dell’accesso e vigilanza è centrale”. Così Maria Rita Munizzi, presidente nazionale Moige, commenta i casi di cronaca che riguardano “due fatti drammatici legati da un terribile filo rosso, quello dei pericoli del web.

Una ragazzina quattordicenne suicida nel torinese, vittima sui social network di prese in giro da parte di alcuni coetanei per il suo aspetto fisico, e un ragazzo milanese di 15 anni adescato in chat da un pedofilo che si fingeva una ragazzina, che lo ha costretto a compiere a sua volta atti di pedopornografia sul fratellino di 12 anni. Due storie tremende – commenta Munizzi – frutto della deriva dell’uso sconsiderato e imprudente del web e dei rischi di Cyberbullismo e Cyberpedofilia sempre in agguato”.

“Abbiamo più volte ricordato – aggiunge la presidente Moige – che l’iscrizione dei minori concretamente comporta la formalizzazione di un contratto da parte di un soggetto che non ha ancora capacità giuridica per farlo, né al genitore è riconosciuta la possibilità di esercitare la legittima potestà di controllo sul proprio figlio. Urge una norma che obblighi alla tutela dei minori tutti i gestori delle varie piattaforme online”, conclude Munizzi. (Adnkronos)

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