Mamme contro Facebook, dopo la censura le segnalazioni di ignoti

mamme-contro-facebookChe Facebook non amasse troppo le foto delle mamme che allattano già si sapeva, ma la recente politica del più noto social network lasciava ben sperare, fino alle recenti censure di foto che mostrano mamme felici che allattano.

Il discorso, naturalmente, è molto più ampio, ovviamente Facebook non ha issato bandiera contro l’allattamento, ma solo contro le immagini che mostrano nudità, quand’anche fosse il seno della mamma che allatta.

Chi si prendesse la briga di rovistare tra le impostazioni del social troverebbe che lo stesso apprezza e, secondo lui, incentiva l’allattamento al seno, quindi consente la pubblicazione di foto di mamme che allattano. Fin qui tutto bene. Le foto, tuttavia, devono mostrare pochi centimetri di pelle, mai il capezzolo, e sempre il bambino nell’atto della suzione.

Ci può stare. Non sembra esserci nulla di sbagliato, ma il meccanismo è contorto perché le foto, anche se approvate, sono comunque passibili di segnalazione e in questi giorni, di segnalazioni, ce ne sono state diverse.

Scherzo di un buontempone? Prima trollata di primavera? Mamme accanite? Non si sa, quello che è oggettivo, invece è che in un gruppo a tema sull’allattamento e sostegno alle mamme, le segnalazioni sono fioccate copiose. Le mamme naturalmente si sono ribellate alla cosa e hanno replicato postando una miriade di foto dell’allattamento, naturalmente tutte rigorosamente segnalate nel giro di un’ora. Ma si è rasentato il grottesco quando è stata segnalata addirittura un’immagine della Madonna che allatta Gesù bambino.

Facebook ancora non ha preso posizione, probabilmente nessuna foto verrà rimossa, in quanto non viola i termini del regolamento del social (se non si vede il capezzolo per Facebook è tutto ok), fa però pensare la solerzia di quest’individuo o individui che hanno avuto la pazienza di segnalare tutte queste foto come nudo o pornografia, come se nell’allattamento possa esserci qualcosa di pornografico.

Tempo fa era stata la Spagna a dichiarare guerra al social network, mobilitando addirittura la stampa. Le mamme italiane vogliono replicare raccogliendo adesioni in un gruppo di protesta, per poi agire nel concreto in modo da sensibilizzare l’opinione pubblica.

Sicuramente non si potrà nulla contro la pochezza di persone che non hanno di meglio da fare che segnalare foto tanto naturali, ma per lo meno si riuscirà a diffondere la normalità di un gesto che di sbagliato non ha proprio niente, nemmeno in pubblico. (mamme)

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