La posta dallo Stato arriva tramite email, via libera a domicilio digitale

La ‘vecchia’ cassetta postale va in pensione, via libera al domicilio digitale, l’indirizzo online attraverso il quale ognuno potrà essere raggiunto dalla Pubblica Amministrazione.

Lo prevede la bozza del decreto correttivo del Codice dell’amministrazione digitale, provvedimento della riforma Madia, ora all’esame in Cdm. Quindi si anticipano i tempi, senza aspettare la piena funzionalità dell’Anagrafe unica della popolazione residente: chi vorrà potrà subito attivare il domicilio come posta elettronica certificata o servizio elettronico di recapito in linea con le regole Ue.

L’Anagrafe unica delle popolazione, il mega database che mette insieme le singole anagrafi comunali, infatti è ancora invia di sviluppo. Ecco che si è deciso intanto di dare il via libera al domicilio online, primo vero passo verso ‘il cittadino digitale’. L’indirizzo elettronico per dialogare con le pubbliche amministrazioni varrà per documenti e notifiche, multe incluse. E non coinciderà solo con la Pec, ma con ogni canale di comunicazione via web che rispetti le regole europee in materia di sicurezza. I domicili digitali saranno raccolti in un indice, realizzato prezzo l’Agenzia per l’Italia digitale. Si tratterà di un portale online ad hoc quindi. Il sistema sarà disponibile in più fasi, si prevede infatti di realizzare l’infrastruttura entro l’anno per entrare a regime nel 2019.

Il domicilio digitale rappresenterebbe un risparmio per le casse pubbliche, posto che le spese postali, il cui ammontare è per le sole Pa locali non inferiore a 250 milioni annui, “sono spesa certa, mentre con il domicilio digitale le spese postali si azzerano per i possessori di Pec o di identità digitale”. Così la relazione tecnica al decreto Madia sul nuovo Codice dell’amministrazione digitale. “Con il domicilio digitale – si legge – le Pa non dovranno più sostenere i costi per produrre, conservare, trasmettere documenti cartacei, né altri costi, diretti (carta, toner, buste, etc.) e indiretti (costo del lavoro, tempo per attività manuali, tempo impiegato dal destinatario in caso di assenza per recuperare una raccomandata, etc.)”. Ovviamente però ci sono dei costi per sostenere l’infrastruttura tecnologica alla base del nuovo domicilio digitale. Quanto alle attività di manutenzione ed erogazione del servizio si prevede, stando sempre alla relazione tecnica, “una spesa di circa 200.000 euro per il 2018 e il 2019. (ANSA)

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