La ‘pila eterna’ esiste, ed è italiana

Per secoli l’uomo ha inseguito l’eternità. Uno, Gianni Lisini, ricercatore dello Iuss-Eucentre, sembra essere riuscito a raggiungerla. L’ingegnere elettronico di Voghera (Pavia) sta mettendo a punto una ‘pila eterna’ che, una volta attivata, non smetterà mai di funzionare. Il prototipo brevettato ha una vita tra i 15 e i 20 anni, ma con delle correzioni può essere allungata. La super batteria è stata presentata al “Jotto Fair” di Pisa, evento che riunisce il mondo dell’imprenditoria di apparecchiature elettroniche e di sistemi tecnologici.

Come funziona.

Il brevetto riguarda un sistema di gestione di un accumulatore ibrido formato da una batteria chimica e da un set di “supercapacitori”: si tratta di condensatori in grado di immagazzinare cariche per migliaia di farad (unità di misura della capacità elettrica, ndr), sostenendo così un numero elevatissimo, quasi infinito, di cicli di ricarica.

I vantaggi.

Oltre a comprare una sola pila senza più buttarla, i vantaggi dell’invenzione di Lusini riguardano anche i costi e l’ambiente. Si ridurranno infatti gli interventi di manutenzione, con la possibilità di realizzare apparati autoalimentati per decenni. Con la pila eterna il problema dello smaltimento diverrebbe poi soltanto il brutto ricordo di un’epoca passata.

“Per ora – ha spiegato l’ingegnere 40enne a La Provincia Pavese -, l’applicazione di questo sistema è immaginabile soprattutto su scala industriale ma sarebbe possibile anche, ad esempio, per l’alimentazione delle batterie delle biciclette a pedalata assistita. Si tratta di un meccanismo pulito. Le componenti – ha chiarito Lusini – sono a base di nanotubi di carbonio, senza metalli pesanti”. La messa a punto del brevette, come ammesso dal ricercatore, è costata “come una macchina sportiva”. Ma lo sforzo iniziale, immagina Lusini, sarà ripagato quando tutti useranno le pile eterne. (fonte)

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