iPhone lenti, Tim Cook chiede scusa e assicura una soluzione

A tre settimane dalla lettera di spiegazioni sul caso degli iPhone rallentati a causa delle batterie usurate, il Ceo di Apple Tim Cook ha commentato pubblicamente la questione. Lo ha fatto durante un’intervista esclusiva alla ABCin cui si è nuovamente scusato, spiegando che la decisione di limitare le prestazioni degli smartphone con batterie più vecchie non ha niente a che fare con l’obsolescenza programmata.

“Circa un anno fa abbiamo rilasciato del codice che essenzialmente fa questo: tutte le batterie invecchiano col tempo, e si deteriorano ad un certo punto”, ha spiegato Cook. “Una batteria deteriorata ha un’alta probabilità di provocare un riavvio inatteso. Quando abbiamo pubblicato questo codice abbiamo detto di cosa si trattava. Penso che in tanti non vi abbiano prestato attenzione. Probabilmente avremmo dovuto essere più chiari, perciò mi scuso con chi ha pensato che avessimo qualche altro tipo di motivazione”.

Durante l’intervista Cook ha promesso inoltre che dal prossimo aggiornamento di iOS sarà possibile controllare manualmente i limiti alle prestazioni dei dispositivi con batterie usurate. Una nuova opzione nelle impostazioni mostrerà lo stato della batteria e lascerà scegliere all’utente se rallentare o meno l’iPhone. Nella lettera di fine dicembre Apple aveva già anticipato una soluzione software più trasparente. La nuova opzione comparirà nelle preferenze della nuova versione di iOS 11 che Apple distribuirà a febbraio.

Per limitare il problema e placare l’ira degli utenti Apple ha già ridotto il prezzo della sostituzione della batteria portandolo a 29€. L’offerta è valida per tutti i possessori di iPhone 6 (o modelli successivi), e vale anche qualora gli strumenti di diagnostica degli Apple Store non dovessero riscontrare alcun problema con l’unità di alimentazione del dispositivo.

L’annuncio dello sconto sulla sostituzione della batteria e le promesse di una soluzione software al problema non sono serviti placato l’ira degli utenti, né hanno limitato l’intraprendenza degli studi legali americani: negli Stati Uniti le class action relative al caso sono già più di trenta. In Francia, dove l’obsolescenza programmata è un reato penale, la procura di Parigi ha aperto un’inchiesta a carico dell’azienda di Cupertino. (fonte)

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