Il prossimo giornalista è un Robot
I robot entrano nelle redazioni dei media. Non per pulire i tavoli o scopare i pavimenti a fine giornata, ma per scrivere gli articoli che già leggiamo, senza sapere che dietro non c’è la mano di un essere umano. (lastampa.it)
Il caso più clamoroso, ma non l’unico, è quello dell’agenzia americana di notizie Associated Press. Lunedì Lou Ferrara, managing editor che gestisce le notizie economiche, ha annunciato che dal primo di luglio i report sugli annunci delle aziende riguardo i loro risultati finanziari li scriverà un software di nome Wordsmith, prodotto dalla compagnia Automated Insights di Robbie Allen, già dipendente di Cisco. In base ad un algoritmo, Wordsmith scorrerà i dati forniti dalle compagnie su ricavi e perdite, per individuare gli elementi più interessanti. Quindi li trasformerà in articoli brevi, compresi fra 150 e 300 parole, scritti secondo lo stile giornalistico classico e codificato della AP. Questo consentirà di aumentare enormemente la produzione. Oggi l’Associated Press pubblica circa 300 articoli ogni trimeste sugli earnings delle aziende: dal prossimo, diventeranno 4.400. Oltre dieci volte di più, al solo costo di acquisto del programma.
Ferrara ha detto che i giornalisti dell’agenzia hanno reagito con il sano scetticismo tipico del loro mestiere, ma non sono necessariamente contrari. L’azienda infatti ha promesso che non userà i robot per licenziare gli esseri umani, ma per reindirizzare le loro capacità migliori. In sostanza i robot svolgeranno i compiti più noiosi e scontati, liberando così gli uomini, che potranno dedicare più tempo ed energie agli articoli complessi e interessanti. Alcuni pezzi sugli earnings verranno ancora scritti dai giornalisti, ma solo nei casi più complessi, come quelli di aziende tipo Apple o Google: la routine quotidiana la gestirà il software da solo.
Il caso dell’Associated Press fa rumore, ma non è l’unico. Il Los Angeles Times da tempo ha adottato una tecnologia simile, per pubblicare gli articoli brevi di breaking news. Quando c’è un terremoto, ad esempio, invece di far perdere tempo ai reporter che devono andare sul posto a raccontarlo dal vivo, ci pensa il robot ad inviare in pochi minuti il pezzo iniziale sull’annuncio della notizia. La Northwestern University ha sviluppato Narrative Science, che produce articoli sul baseball e sui ricavi delle aziende. Yahoo utilizza Wordsmith per il suo sito di “fantasy football”, dove inventa storie originali. Il programma infatti viene sempre aggiornato, e ora i robot sono capaci anche di scherzare ed esprimere emozioni, o fingerle, un po’ come faceva nel film “Her” la ragazza virtuale interpretata da Scarlett Johannson, di cui si innamora Joaquin Phoenix.
L’uso dei robot è molto più diffuso di quanto potremmo sospettare. L’anno scorso Wordsmith ha prodotto in totale 300 milioni di articoli, dal fantasy football ai financial reports, ma quest’anno arriverà a circa un miliardo di pezzi. Naturalmente un conto è sentire un robot che imita la voce di Scarlett Johannson, e un altro è averla davvero a cena. Ma forse ci abitueremo anche a questo. (fonte)
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