I nostri dati sul web, è allarme “Non sappiamo più dove stanno”

digital_rischio--400x300Stiamo perdendo il controllo dei nostri dati in Rete“. David Emm, Senior Regional Researcher del Kaspersky Lab, tra le maggiori aziende antivirus al mondo, lancia l’allarme sicurezza per la privacy su internet:: “Usiamo così tante applicazioni, cloud, servizi web, etc. che i nostri dati sono ‘sparpagliati’, perdiamo la loro traccia e il controllo, e non sappiamo dove sono fisicamente”.

Xp che va in pensione, l’arrivo di Heartbleed. Non passa giorno che le prime pagine dei giornali e dell’online non lancino l’allarme digitale.Quali sono i rischi che corriamo? ”È difficile dire quali siano gli scenari più pericolosi -afferma Emm a Ign, testata online del Gruppo Adnkronos- ma direi che visto che sempre più attori stanno entrando nell’arena cyberespionage questo sta spingendo un intero settore (legittimo o meno). Come conseguenza si verifica una corsa agli armamenti in termini di sofisticazione di tutti i sistemi operativi. In termini di utilizzo di massa, penso che Android stia diventando quello preso più pesantemente di mira e il pericolo è che molti utenti ancora non si rendono conto che gli smartphone possono essere infettati”.Nel 1999, il passaggio del millennio sembrava essere un pericolo enorme, ma poi tutto si è risolto in una bolla di sapone. Ora si parla di ‘Bug dell’anno 2038′, un tema che riguarderà il modo in cui i dispositivi tecnologici interpretano le date. “Parte del nostro lavoro -spiega l’esperto di Kaspersky Lab- è quello di guardare al futuro e cercare di anticipare le minacce e identificarle, ma è già molto difficile prevedere cosa succederà tra un anno. E ‘quasi impossibile indovinare quale sarà il prossimo grande bug, dipende da molti fattori. Tra questi ci sono il suo livello di criticità e quanto sarà diffuso. Heartbleed rientra in qualche modo in questa categoria, possiamo prevedere come verrà sfruttato nei prossimi mesi ma tra 24 anni, non è possibile averne un’idea”.Ora anche i profili social sono presi d’assalto dagli hacker. Sempre più fronti aperti per la sicurezza di chi usa il pc. ”I malware utilizzano i social network principalmente per diffondere e per commettere frodi all’interno dello stesso sistema, senza ‘toccare’ direttamente il computer della vittima. Per questa ragione -sottolinea Emm- i malware appartengono più al regno della frode che a quello dei virus generalmente conosciuti e rendendo più difficile rilevare quando la vittima viene ingannata con l’invio di un messaggio accattivante. Tuttavia gli antivirus rilevano tutto ciò che tenta di infettare il dispositivo dell’utente e ciò che sembra ‘nocivo’ nel browser, e questo dovrebbe coprire la maggior parte dei casi. Se il malware reindirizza l’utente a un sito web cercando di infettare l’utente o con il phishing tradizionale, siamo in grado di rilevarlo e fermarlo”, conclude l’esperto.

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