Guadagnare con YouTube, non è tutto oro quel che luccica

Se la nonna vi diceva di trovare un lavoro serio e di lasciar perdere la vita da star su YouTube, forse aveva ragione. Una ricerca ha infatti mostrato che si può avere un canale YouTube con milioni di visualizzazioni e continuare a lavorare come camerieri da Starbucks, la catena di caffè con sede a Seattle. E che i guadagni difficilmente superano quelli che negli Stati Uniti sono definiti come soglia di povertà (12.140 dollari per una persona sola, 16.460 per una famiglia con due membri).

Sono solo pochi, pochissimi quelli che invece riescono a monetizzare la loro presenza sul social dei video di Google, praticamente il monopolista di questo tipo di attività. Si tratta infatti di una percentuale minima, paragonabile ai vincitori della lotteria. E il divario rispetto alla base aumenta di anno in anno: se nel 2006 il 3% dei top Youtuber (questa la brutta parola inglese che indica chi per passione o per lavoro cerca di guadagnare soldi pubblicando video su YouTube) faceva il 63% di tutte le visualizzazioni, dieci anni dopo i top 3% arrivano al 90%. Invece, la base della piramide, l’85% degli Youtuber, quelli che non guadagnano praticamente niente e producono la maggior parte dei video, vengono visualizzati in media solo 458 volte al mese.

Ma quanti sono quelli che ci guadagnano qualcosa? Secondo la ricerca, condotta da Mathias Bärtl, professore alla facoltà di Scienze applicate dell’università di Offenburg, in Germania, la parte più alta della piramide degli youtuber guadagna in media pochi dollari al di sopra della soglia di povertà. E questo, nonostante le visualizzazioni mensili siano in media 1,4 milioni.

«Se una persona decide di fare la comparsa in una serie televisiva – dice all’agenzia Bloomberg Alice Marwick, ricercatrice all’Università di Chapel Hill in Carolina del Nord – può guadagnare bene. Invece, uno Youtuber con mezzo milione di follower può continuare a lavorare da Starbucks». Negli Stati Uniti la paga minima oraria per una comparsa televisiva è di 18,70 dollari.

Il punto invece è il top 1%, quello con più visualizzazioni: parliamo di una forbice che va da 2,2 milioni a 42,1 milioni di visualizzazioni mensili nel 2016, dice la ricerca. Ebbene, questi Youtuber superstar cominciano a guadagnare bene o addirittura benissimo. Secondo il professor Bärtl infatti il guadagno medio per mille visualizzazioni è di circa 1 dollaro. Una cifra plausibile, spiega a Bloomberg Harry Hugo, che lavora per l’agenzia di talenti che si occupa di influencer online, la Goat Agency: «Un numero corretto: ho visto Youtuber guadagnare 35 centesimi di dollaro e altri arrivare fino a 5 dollari per mille visualizzazioni».

I guadagni derivano in parte dalla pubblicità di Google, che in questo periodo peraltro ha annunciato di voler fare di più per aumentare le redditività di ciascuna impression dei video su Youtube (in crescita del 40% per la parte più alta della piramide). E poi arrivano dai classici meccanismi degli influencer online: sponsorizzazioni, contratti pubblicitari, forme di marketing diretto e indiretto. In quest’ultimo settore la maggiore disponibilità di guadagni da investire da parte di un Youtuber permette di lavorare con agenzie di talent, che si occupano di lavorare sia alle produzioni video che alla ricerca di sponsor e ingaggi, come una normale agente ad esempio nel settore cine-televisivo, musicale o editoriale.

Non c’è solo il semplice calcolo della presenza, del numero di video postati, dei follower, della ricerca di tag e parole chiave adeguate. Non tutti i video sono creati uguali. Secondo la ricerca, infatti, a differenti categorie di video corrispondono differenti probabilità di successo. In particolare, nel 2016 (l’ultimo dei dieci anni ai quali fa riferimento lo studio tedesco), hanno più probabilità di successo i video a contenuto politico e informativo, seguiti da quelli che trattano di contenuti di tipo blog, da quelli che parlano (o fanno vedere) videogiochi, quelli di musica e infine quelli a contenuto umoristico.

Mentre attorno al mondo degli Youtuber cresce una rete di servizi e di scuole di formazione, corsi per imparare a fare video e di recitazione, la popolarità di questo lavoro cresce costantemente: tra i bambini americani uno su tre dice di voler fare lo Youtuber. Pochi però sono consapevoli delle regole che Google pone alla possibilità di guadagno: non tutte le visualizzazioni sono infatti “buone”. Come dichiarato dalla società , infatti, affinché si possa guadagnare con la pubblicità (cioè che la visualizzazione venga effettivamente pagata dallo sponsor) occorrono due condizioni concomitanti: la prima è che lo Youtuber deve avere almeno mille follower iscritti al suo canale e la seconda è che le visualizzazioni complessive del canale negli ultimi dodici mesi devono ammontare ad almeno 4mila ore di video. (fonte)

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