Giovani, non riconoscono un link da un banner pubblicitario

banner-giovani-link

Una ricerca condotta da Ofcom è in grado di dimostrare come una buona parte di ragazzi da 8 a 15 anni d’età non sia in grado di capire la differenza tra un banner pubblicitario e un link tradizionale.

Le nuove generazioni si approcciano alla tecnologia in maniera diversa rispetto agli adulti e generalmente si crede che siano più inclini a sfruttare in maniera più efficace gli strumenti da essa offerti. Ma una nuova ricerca condotta da Ofcom ha rivelato che se i giovani di oggi si trovano a loro agio ad usare uno smartphone, non significa che siano davvero consapevoli del modo in cui funzionano e in cui funziona il web moderno.

Ofcom ha scoperto che solo un terzo di un campione preso fra ragazzi da 12 a 15 anni riesce a individuare i banner pubblicitari all’interno delle ricerche di Google. Considerando un campione d’età ancora più giovane, compresa fra gli 8 e gli 11 anni, solamente un quinto di loro riesce a farlo. “Internet permette ai bambini di imparare e scoprire nuovi punti di vista e stare collegati con amici e parenti”, ha dichiarato il director of research di Ofcom James Thickett.

“Ma questi nativi digitali hanno ancora bisogno di sviluppare le competenze necessarie per navigare nel mondo online”.

Nei test condotti condotti da Ofcom negli scorsi mesi, ai ragazzi sono stati mostrati degli screenshot dei risultati di ricerca del termine “trainers” su Google. Dall’immagine i ragazzi avrebbero dovuto identificare pubblicità, risultati più rilevanti e più popolari. Nonostante le pubblicità siano contrassegnate con un’etichetta e siano evidenziate in arancione, solo il 31% dei ragazzi più grandi è riuscito ad individuarle, il 16% nel caso dei partecipanti più giovani.

Solo il 19% è a conoscenza della possibilità di ottenere informazioni errate da una ricerca Google, e meno della metà degli intervistati era a conoscenza che la compagnia si finanzia sostanzialmente attraverso gli introiti provenienti dalla pubblicità. La mancanza di consapevolezza da parte dei ragazzi del ruolo di Google come inserzionista pubblicitario si riflette anche su YouTube. I giovani preferiscono ormai vedere contenuti sul social media, che non in TV, ma più della metà non sa che i cosiddetti vlogger possono essere pagati per mostrare determinati prodotti.

La battaglia di Ofcom, e di molte altre società internazionali per la difesa dei diritti del consumatore, ha il fine di rendere più visibili le pubblicità su internet. Youtuber,celebrità e personaggi del web promuovono prodotti senza che i fini pubblicitari siano espressamente rivelati. Solitamente è necessario che qualsiasi relazione commerciale fra un brand e esponente del web sia rivelata in modo chiaro e ben visibile, ma il test di Ofcom mostra come i ragazzi non siano in grado di riconoscere i banner pubblicitari, nemmeno quando sono etichettati in maniera piuttosto evidente. (fonte)

You may also like...