Filmavano i prof durante le lezioni, sospesi 22 studenti

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I video sono stati condivisi tra amici su WhatsApp: ma gli insegnanti non avevano dato l’autorizzazione, e quando lo hanno scoperto hanno minacciato di denunciarli. La preside è intervenuta con sospensioni e obbligo di un corso per l’uso corretto del telefonino.

Ventidue studenti di una scuola media di San Francesco al Campo, Torino, sono stati sospesi per uso improprio del telefonino in classe. Riprendevano le lezioni dei propri insegnanti senza autorizzazione, scattavano foto e facevano circolare immagini e video su WhatsApp. Quando i prof, indignati, hanno minacciato di denunciarli, la preside dell’istituto scolastico comprensivo Maria Montessori (che comprende le scuole di San Francesco al Campo e San Maurizio), Adriana Veiluva, è intervenuta e ha deciso di sospendere i ragazzi. Ma molti genitori considerano la punizione eccessiva.

Le sanzioni

Tutta la vicenda nasce dal gioco di due ragazzine di seconda media, che durante l’ora di educazione fisica si sono scattate dei selfie e se li sono inviati via WhatsApp. Quando il professore si è accorto dello scambio di messaggi in classe, si è infuriato e ha sequestrato i cellulari delle ragazze, visto che a scuola vige il divieto di portare i telefonini. Ma è stato allora che tutti i ragazzi della classe hanno ammesso che portare il telefonino a scuola per loro era una prassi, in barba al regolamento scolastico. Una circostanza che ha spinto la preside a convocare un consiglio di classe straordinario per intervenire duramente nei confronti dei ragazzi. La sanzione più pesante è toccata a 4 studenti e 4 studentesse di II e III media, sospesi per un giorno. Per gli altri è scattata una sospensione, con obbligo di frequenza, per alcune ore: in pratica, sono stati allontanati dalla classe ma accompagnati da un insegnante che li ha spinti a riflettere su quanto accaduto.

La preside: «Era giusto fermarli»

Se molti genitori hanno accettato di buon grado, molti altri hanno reagito male alle punizioni inflitte, ritenendole troppo severe. Si difende la preside: «Sono punizioni severe, è vero, ma era giusto dare un segnale importante e fermarli prima che il fenomeno dilagasse. Non possiamo impedire ai ragazzi di possedere e portare un cellulare a scuola, ma devono imparare a rispettare le regole e ad usarlo appropriatamente, quindi non per scattare foto e filmare video mentre sono in classe, tanto più senza l’autorizzazione dei professori». Mercoledì pomeriggio è stata organizzata un’assemblea con le famiglie per discutere della questione: «La speranza è che tutti capiscano quanto è importante insegnare ai nostri figli a rispettare le regole. Viviamo in un’epoca in cui il cellulare è parte integrante della nostra esistenza, ma questo non significa che possiamo permettere ai ragazzi di usarlo come e quando gli pare». (fonte)

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