Fbi rivela come ha sbloccato iPhone, ma solo a…

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I federali hanno illustrato il metodo usato per sbloccare il telefono del terrorista di San Bernardino…

Secondo Dianne Feinstein, senatrice democratica californiana, la crittografia è il tallone di Achille di Internet. «E’ anche nella Playstation che usano i nostri bambini: se due persone comunicano, è tutto criptato», dichiarava a novembre 2015 alla CBS dopo i fatti di Parigi. «I terroristi possono usare la Playstation per comunicare e non ci possiamo fare nulla».

Richard Burr, senatore Repubblicano della North Carolina, è invece il capo della Commissione del Senato sull’Intelligence, di cui fa parte anche la senatrice Feinstein.

I due politici sono i cofirmatari di una nuova legge che, se approvata, costringerà le aziende tecnologiche a collaborare con le richieste del Dipartimento di Giustizia, anche a costo di indebolire (o compromettere del tutto) la crittografia utilizzata per mantenere al sicuro gli utenti. Ora i due sono anche le uniche persone cui l’FBI ha deciso di rivelare il metodo utilizzato per sbloccare il telefono del terrorista di San Bernardino al centro dello scontro fra i federali ed Apple.

Gli avvocati di Cupertino, a seguito delle dichiarazioni dell’FBI sullo sblocco dell’iPhone 5C di Syed Farook, stanno cercando metodi legali per costringere i federali a rivelare i dettagli tecnici della procedura di hacking, ma è molto probabile che le loro domande cadranno nel vuoto.

La senatrice Feinstein, per tutta risposta, ha fatto sapere al National Journal che l’FBI ha tutto il diritto di non rivelare nulla all’azienda: «Non credo che il governo abbia alcun obbligo nei confronti di Apple, nessuna compagnia né alcun individuo è al di sopra della legge; sono basita che chiunque possa pensare di non aiutare il governo in un’indagine anti-terroristica di prima importanza».

Nei giorni scorsi l’FBI ha fatto sapere che fornirà il proprio aiuto una procura dell’Arkansas per sbloccare un iPhone e un iPod touch di due imputati di omicidio. Il Bureau accetterà inoltre analoghe richieste dalle forze dell’ordine statali anche per indagini su crimini che attengono al diritto penale e con il terrorismo non hanno nulla a che fare.

Se dopo gli attacchi di Parigi i senatori Feinstein e Burr potevano contare sul supporto della Casa Bianca per favorire l’approvazione rapida della legge,la strategia legale dell’FBI nel caso di San Bernardino, molto controversa anche per Washington, sembra aver cambiato le carte in tavola.

Secondo Reuters, che cita fonti interne alla cerchia presidenziale, l’amministrazione rimane profondamente divisa sulla questione della crittografia e con ogni probabilità non offrirà alcun supporto pubblico alla proposta dei due senatori.

Una posizione che, per alcuni analisti, potrebbe essere parte di una strategia politica volta a bloccare o ritardare la legge – criticata dagli esperti di sicurezza, ma anche da ambienti dell’intelligence – senza creare alcun attrito: basterà affidarsi all’inevitabile inefficienza del congresso nel periodo caldo che precede le prossime elezioni presidenziali di novembre. (fonte)

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