FBI a conoscenza del rischio hacker russi, ma non avvertì

L’Fbi non informò i funzionari americani a rischio di cyber-intrusioni pilotate da Mosca, nonostante sapesse che nel mirino degli hacker erano finite decine di dipendenti federali, militari membri dell’intelligence. Lo rivela un’inchiesta condotta dalla Associated Press che ha messo in campo una squadra di reporter dedicata per due mesi a spulciare la lista di possibili ‘vittime’. In particolare l’inchiesta rivela che l’Fbi sapeva da circa un anno che un’ottantina di soggetti erano nel mirino del gruppo di hacker noto come ‘Fancy Bear’, considerato vicino al Cremlino, ma solo un paio di essi furono avvertiti.

La Associated Press cita tre fonti a conoscenza del dossier, secondo cui l’Fbi era al corrente da oltre un anno dei tentativi di violare gli account Gmail. Un esponente dell’Fbi, anonimo, non ha commentato sui tempi dell’operazione ma ha sottolineato che il bureau investigativo era rimasto colpito dalla quantità di tentativi di violazione. L’Agenzia federale, interpellata, non ha fornito dettagli, limitandosi poi a sottolineare in una nota: “L’Fbi avverte regolarmente individui e organizzazioni su potenziali minacce”. Sta di fatto che persino alcune figure politiche senior hanno scoperto soltanto dopo essere stati contattati dall’Ap che i loro account erano coinvolti nel tentativo di hackeraggio. Tra questi Philip Reiner, ex direttore senior del National Security Council che ha descritto la circostanza come “estremamente frustrante”.

“Bisogna dirlo alle gente, Bisogna proteggere la gente”, ha commentato, avendo scoperto che il suo account gia’ nel 2015 era nel mirino di ‘Fancy Bear’. Quello fatto dall’Associated Press e’ un lavoro soprattutto di verifiche incrociate, spulciando una lista di di ‘bersagli’ individuati da Fancy Bear, che e’ stata messa a punto da una societa’ specializzata in cyber-sicurezza, la Secureworks. Il collegamento cruciale pero’ deriva da una precedente inchiesta sempre dell’Ap che era riuscita a tracciare come il gruppo ‘Fancy Baer’ lavorasse in linea con gli interesse del Cremlino nell’appropriarsi di decine di migliaia di email facenti capo al Partito Democratico americano. La lista fornita da Secureworks si basa su 19mila ‘percorsi’ di dati. Sulla base di questa l’Ap ha identificato piu’ di 500soggetti (persone o gruppi) di base negli Usa e ne ha contattati oltre 190, intervistandone circa 80. (ANSA)

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