Fbi ci riprova, dopo Apple con Signal

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Dopo una lunga battaglia a tema privacy, l’Fbi non è riuscito ad avere la meglio su un colosso statunitense come Apple. Ma ciò non significa che i federali Usa abbiano mollato il colpo, anzi. L’ultima azienda a ricevere un mandato di comparizione è stata Open Whisper Systems, responsabile per la creazione della celebre app per chat ultrasicure Signal, elogiata in passato anche da una figura emblematica come Edward Snowden, l’uomo che ha dato vita allo scandalo Datagate.

L’azienda è stata coinvolta dal governo in relazione alle informazioni associate a due specifici numeri di telefono, nell’ambito di un’importante inchiesta nello stato della Virginia. Il mandato è arrivato insieme a un embargo, che avrebbe impedito a Open Whisper Systems di rivelare l’esistenza della richiesta dell’Fbi per almeno un anno. Embargo poi rimosso dopo l’appello dell’Unione Americana per le Libertà Civili, anche se l’azienda non potrà comunque rivelare agli utenti interessati di essere sotto investigazione.

L’attacco a Signal si è rivelato particolarmente preoccupante non solo perché quest’app, visto il suo altissimo tasso di sicurezza, garantisce la sicurezza a giornalisti, attivisti e dissidenti in tutto il mondo. Ma anche perché i federali avrebbero richiesto dati come le pagine visitate via browser attraverso i due smartphone sotto investigazione. Dati che, per sua natura, l’app Signal non registra o archivia in alcun modo e che portato molti a pensare che l’agenzia statunitense stia sfruttando questo caso, come successo per l’iPhone del killer di San Bernardino, con l’obiettivo di aprire una corsia preferenziale all’interno dell’applicazione. Ed eliminare ogni tipo di privacy per i suoi utenti.

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