Facebook-WhatsApp, impossibile non condividere più i dati

La condivisione è ormai blindata. Impossibile scollegare l’account WhatsApp da quello Facebook. Precisamente dallo scorso 25 agosto, quando la chat inventata da Jan Koum ha aggiornato per la prima volta dalla sua fondazione la policy sulla privacy, cioè i parametri intorno ai quali gestire la nostra riservatezza. Lo ha fatto proprio in virtù dei mutamenti di scenario, sconvolti dopo la roboante acquisizione da parte di Facebook un paio di anni prima. Ma anche per la necessità di fare sistema con tutti i prodotti del gruppo californiano (compreso Instagram) fondamentalmente in tema di pubblicità e nuovi servizi da proporre in futuro.

Ricordiamo tutti l’avviso con cui la scorsa estate siamo stati invitati a stabilire se condividere o meno le informazioni dell’account di WhatsApp con la casa madre di Menlo Park “per migliorare le esperienze con le inserzioni e i prodotti di Facebook”. Oltre al nuovo regolamento da accettare c’era una casella da spuntare. Pochi, però, si sono forse resi conto all’epoca che si sarebbe trattato di una strada chiusa, un “opt out” a tempo determinato. C’erano infatti solo 30 giorni per decidere se tornare sui propri passi: chiusa quella finestra, cioè dalla fine dello scorso settembre, abitudini d’uso, numero di telefono e altre informazioni sono irrimediabilmente passate anche a Facebook. Anzi, dice la Commissione Europea che ha comminato la maximulta da 110 milioni di euro, in fondo lo erano fin da prima.

Quindi come ci si può difendere concretamente? Tornare indietro non è possibile a meno di una scelta del quartier generale, magari proprio in virtù della bastonata sferrata dalla commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager. La voce “Condividi info account” presente nella sezione Account fra le Impostazioni di WhatsApp lo scorso agosto è infatti sparita dopo un mese dalle modifiche. Quella rivoluzione agli estremi della privacy garantiva ovviamente che le chat (cioè il contenuto delle conversazioni) e il numero di telefono non sarebbero stati “condivisi su Facebook” a prescindere da quell’autorizzazione. Una formula molto vaga che non significa che il numero non sarebbe stato passato ai sistemi di Facebook ma soltanto che non sarebbe stato visibile agli “amici”. Tutta un’altra storia.

L’Informativa sulla privacy di WhatsApp dice infatti chiaro e tondo che mentre la chat “continuerà a funzionare come un servizio separato da Facebook, abbiamo intenzione di condividere alcune informazioni con Facebook e il gruppo di aziende di Facebook che ci permetteranno di coordinare e migliorare le esperienze attraverso i nostri servizi e quelli di Facebook e del gruppo di Facebook”. Ma cosa viene condiviso, esattamente? Sicuramente il numero di telefono verificato al momento della registrazione sulla chat e la data di ultimo utilizzo dell’app. Ma anche sul resto le risposte alle domande frequenti sono sibilline: “Nulla di ciò che condividi su WhatsApp, compresi i messaggi, le foto, e le informazioni dell’account, sarà condiviso su Facebook o su altre applicazioni del nostro gruppo di applicazioni per essere visto da altri, e nulla di ciò che viene pubblicato su queste applicazioni sarà condiviso su WhatsApp per essere visto da altri”. La formula “per essere visto da altri” parla chiaro: Facebook vede certe informazioni (cioè proprio il numero di cellulare) ma ovviamente non le piazza nel tuo profilo sul social network. Viceversa, non riceverai annunci sulla chat.

Dunque la strada di WhatsApp è sbarrata – anche se lo scorso autunno Facebook aveva deciso, almeno per il momento, di non utilizzare quei dati per finalità di marketing dietro le pressioni di numerose autorità europee per la riservatezza. Ma di modi per proteggere la propria privacy ce ne sono diversi sia sulla chat che passando dalla piattaforma principale. C’è infatti da entrare nell’ordine di idee che il cervello è ormai da anni uno solo e anche se gli utenti percepiscono queste applicazioni come servizi separati, nella realtà fanno parte di un unico gruppo che raccoglie informazioni diverse su fronti diversi. La piattaforma dedicata alla Normativa sui dati di Facebook è ormai piuttosto precisa e seguendo i vari passaggi si possono facilmente gestire le proprie informazioni o modificare le preferenze pubblicitarie.

Tuttavia, scavando a fondo e tentando di tornare al cuore della questione – come bloccare la condivisione dei dati dall’una all’altra applicazione, facendo in modo che non si parlino – anche il sito dedicato alla privacy dedica poche righe al paragrafo-chiave, cioè “Aziende di Facebook”: “Riceviamo informazioni su di te dalle aziende di proprietà di Facebook o gestite da Facebook, in conformità con le relative condizioni e normative”. Il problema, dunque, è sempre lo stesso: almeno nel caso di WhatsApp non si può tornare indietro. (fonte)

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