Facebook, si finge titolare di un bar per adescare ragazzi

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Si finge titolare di un bar su Facebook per adescare ragazzi in cerca di lavoro. Due le denunce presentate da altrettanti giovani, nei confronti di un riminese, di 37 anni, ora indagato per violenza sessuale.

L’ annuncio su un post di Facebook compare a metà novembre. Un signore, con nome e cognome, offre un posto di lavoro, chi è interessato deve mettersi subito in contatto con lui e spiegherà di cosa si tratta. Ed è quello che fa un 20enne riminese, il quale risponde all’annuncio seduta stante, fornendo, come richiesto, anche il suo numero di telefono. Di lì a pochissimo viene contattato dal signore in questione. Cordialissimo, spiega di essere il titolare di un bar che sta per aprire a Misano.

Sta appunto cercando dei dipendenti, e se è interessato possono organizzare subito un appuntamento. L’altro non ha motivo di sospettare una trappola, e accetta di incontrare l’uomo in un bar di Rimini. L’appuntamento avviene qualche giorno dopo, e il 20enne si trova di fronte a una persona affabile che fin da subito gli offre ottime prospettive. Il lavoro è suo se lo vuole, e l’altro ovviamente accetta seduta stante. Il ‘barista’ però aggiunge che sarà necessario che lui frequenti un corso per imparare a fare caffè, cocktail e quant’altro. Glielo insegnerà lui, e per questo dovranno vedersi spesso prima di cominciare il lavoro vero e proprio.

Al ragazzo sembra una proposta normale, e quindi non si stupisce quando, qualche giorno dopo, l’altro si presenta direttamente a casa sua. E’ la gentilezza fatta persona, gli dà consigli, insieme a pacche sulle spalle a abbracci fin troppo affettuosi. «Per me sei come un figlio», si sente dire il ragazzo che comincia a essere un po’ perplesso, soprattutto quando l’uomo comincia ad arrivare a casa sua con regalini vari.

«Potresti essere mio figlio», continua a ripetere al giovane sempre più dubbioso. Fino al giorno in cui il sedicente barista lo incantona in un angolo e lo bacia senza tanti complimenti. Il ragazzo è sconvolto e in un momento capisce di essere caduto in una trappola. Quello non cercava un dipendente, ma tutt’altra cosa. Lo caccia via in malo modo, e la prima cosa che fa è quella di far partire l’allarme su Facebook, per evitare che altri cadano nel tranello.

Un allarme provvidenziale, perché un altro riminese stava per rispondere al suo stesso annuncio. I due si confrontano, e decidono di andare a sporgere denuncia ai carabinieri della Stazione di Viserba. Non ci vuole molto per identificare il molestatore, su internet ha messo un nome falso ma la sua faccia viene riconosciuta dalla sua vittima senza ombra di dubbio. Gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Davide Ercolani, stanno cercando di capire se altri sono caduti nella rete. (fonte)

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