Facebook, il pensiero va ad una criptovaluta propria

Lo scorso 4 gennaio Mark Zuckerberg ha pubblicato un post con cui annuncia che il suo personale obiettivo per l’anno appena iniziato è ”aggiustare” Facebook. Fare cioè in modo che considerando i diversi punti di vista per i quali la piattaforma è finita sotto accusa, dalle fake news ai discorsi d’odio fino alle logiche della moderazione dei contenuti, le cose cambino davvero: “Al momento facciamo troppi errori nell’applicazione delle nostre regole e nella prevenzione dell’uso distorto dei nostri strumenti – ha scritto il fondatore del social network – se riusciremo nell’intento finiremo il 2018 su una traiettoria migliore”.

Eppure in molti sono rimasti impressionati in particolare dalla seconda parte del suo post. Quando Zuck affronta il tema della centralizzazione e decentralizzazione della tecnologia. E dice che, fra gli altri impegni che si assume per l’anno in corso, c’è quello di studiare e approfondire i meccanismi con cui si concretizza questa seconda dinamica: “Con la crescita di un piccolo numero di grandi compagnie tecnologiche, e dei governi che sfruttano la tecnologia per spiare i cittadini, molte persone credono che la tecnologia sia solo in grado di centralizzare il potere anziché distribuirlo” come invece si confidava negli anni Novanta e anche nei primi Duemila.

Quelle eccezioni che “tolgono il potere dalle istituzioni centrali e lo rimettono nelle mani delle persone” possono dunque costituire una nuova sponda per il web. “Ma il rischio è che siano troppo difficili da usare” ha scritto anche Zuckerberg. Per questo in molti hanno immaginato che in quelle righe si nasconda un’indicazione: l’arrivo di un qualche tipo di criptomoneta o di “token” digitale con cui Facebook possa battere conio nel suo continente digitale. (fonte)

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