Se Facebook pensa che tu sia in Pakistan (ma tu sei a casa tua)

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«Stai bene? L’esplosione ha coinvolto anche te?»: in piena allerta terrorismo, momenti di apprensione anche in Italia nel giorno di Pasqua per tanti utenti di Facebook che si sono visti arrivare sul cellulare o sull’account del social network il ‘safety check‘, l’applicazione che la società di Mark Zuckerberg attiva nel caso di attentati o calamità naturali avvenuti nelle vicinanze. L’invio, in seguito all’attacco kamikaze talebano che ha colpito domenica la città pachistana Lahore provocando 70 morti, è partito per errore verso utenti sparsi in tutto il mondo a causa di un ‘bug’ all’algoritmo che regola il servizio in base alla geolocalizzazione dei profili Facebook.

La società di Zuckerberg si è poi affrettata a spiegare: «Abbiamo attivato il Safety Check a Lahore dopo l’esplosione. Purtroppo, molte persone non colpite dalla crisi hanno ricevuto una notifica che chiedeva se stessero bene», si legge in un comunicato pubblicato online. «Questo tipo di bug è in contrasto con le nostre intenzioni – continua la nota del social network -. Abbiamo lavorato rapidamente per risolvere la questione e ci scusiamo con chiunque abbia per errore ha ricevuto la notifica».

Non è la prima volta che il safety check di Facebook finisce al centro di polemiche, anche per la disparità di trattamento mostrata in passato: in un post diventato poi virale, il blogger libanese Joey Ayoub aveva criticato Facebook per non aver inviato alcuna notifica in seguito al duplice attentato kamikaze di Beirut lo scorso novembre. (fonte)

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