Facebook, ”Paga o tuo marito vedrà i video hard”

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Era tutto virtuale, amicizia, effusioni passionali, decisamente hard. Su Facebook, dove lui l’aveva agganciata, corteggiata e infine sedotta, avveniva lo scambio di video e foto a luci rosse. I soldi, invece, erano veri, quelli che lui, quando l’intimità pur rigorosamente virtuale glielo aveva consentito, aveva cominciato a chiedere alla donna, giustificandosi con la difficoltà di crescere una figlia disabile e gravemente malata. E i bonifici, puntualmente, erano arrivati sul suo conto; 50, poi 100 e anche 200 euro alla volta. Puntuali per due mesi come gli incontri «proibiti» via Facebook. Finché la donna un bel giorno ha detto basta: «Non posso più aiutarti, mio marito se continua finirà per accorgersene». E l’uomo, quindi, è passato alla fase due, al ricatto. Utilizzando esclusivamente Whatsapp, «perché è meno tracciabile», spiegano gli agenti che lavorano all’indagine, e quando i dialoghi sono cancellati non si recuperano più, diversamente da Facebook o da un sms: «O paghi o gli spedisco i tuoi video, so dove trovarti».

Nei mesi di amore passionale s’erano detti tutto, tra un selfie e l’altro oppure chattando su Fb quando lei rientrava al lavoro in tram. L’estorsore-manipolatore s’è impadronito poco per volta della vita della donna. Milanese cinquantenne, sposata con due figlie, di professione infermiera. Agli agenti della Polizia locale, ai quali s’è rivolta, la signora ha confidato di aver pensato al peggio, fino a togliersi la vita. «Avevo perso la testa», ha spiegato tra le lacrime agli agenti, doppiamente prostrata da sentimenti di vergogna profonda. Un’amica con la quale s’è confidata in un momento di disperazione l’ha convinta a chiedere aiuto, a fare denuncia e l’ha così trascinata fuori dall’incubo. L’indagine è ancora in corso ma nell’abitazione dell’estorsore, un 35enne di Mentana, piccolo comune in provincia di Roma, gli agenti della Polizia locale di Milano hanno trovato materiale telefonico, computer dai quali sono stati poi estratti versamenti su Postepay da parte di molte altre donne che erano state agganciate nello stesso modo, centinaia di immagini, video, conversazioni.

Solo negli ultimi due mesi sono una ventina le vittime accertate, residenti in tutta Italia. Numeri che già bastano a fare di lui un seriale, ma la ricerca prosegue a ritroso e promette risultati interessanti. Perché la mole di materiale sequestrato parla da sola. L’uomo, denunciato per tentata estorsione, è un geometra nullafacente con precedenti per truffe alle amministrazioni, separato e condannato, perché non versava gli alimenti alla famiglia. Di questi ricatti, presumibilmente, viveva. L’indagine, avviata dall’Unità interventi speciali e dal Servizio Informativo Operativo della Polizia locale, coordinata dal comandante Tullio Mastrangelo, è ora sul tavolo del sostituto procuratore di Milano, Angelo Renna, che ha firmato il decreto di perquisizione. Le donne saranno tutte contattate e gli investigatori invitano chi si trovasse in un’analoga situazione a fare denuncia. (fonte)

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