Facebook, molti bambini mentono sull’età pur di esserci

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Tre quarti dei bambini, tra i 9 e i 10 anni, usa lo smartphone per accedere ai social network e avere un profilo su Facebook.

Significa che mentono sull’età, perché per iscriversi al “social” fondato da Zuckerberg bisogna avere almeno 13 anni. E purtroppo questo avviene con il consenso delle famiglie, forse ignare del limite di età e dei rischi che corrono i figli.

In tutte la famiglie ormai il ragazzino di casa, che se è nato dal 2001 in poi è ufficialmente un nativo digitale, vive stringendo tra le mani il suo smartphone ed è eternamente in connessione con il complesso mondo del web.  Tra le continue lamentele dei genitori e la difficoltà di allontanare il figlio da quell’oggetto che lo tiene costantemente in contatto con la realtà virtuale e con gli amici  e la certezza che dobbiamo imparare a non demonizzare tutto ciò che non conosciamo, teniamo comunque presenti i dati che  una ricerca promossa da Tim e Family Online Safety Institute (Fosi) e realizzata su un campione di 350 adolescenti.

L’88% degli adolescenti italiani tra i 9 e 17 anni accede dallo smartphone ai social network e aWhatsapp almeno una volta al giorno, facendo dunque aumentare l’esposizione a contenuti violenti e razzisti e al sexting (scambio di messaggi di natura sessuale). Relativamente poco diffuso è invece il bullismo (ne è stato vittima il 9% degli intervistati), ma è l’esperienza più dolorosa per i ragazzi. La percentuale di coloro che accedono dal cellulare ai social e alle chat almeno una volta al giorno sale al 94% nella fascia di età 13-14 anni e arriva al 95% in quella 15-17 anni.

 Allarmante il dato sui bambini di 9-10 anni (i tre quarti usa lo smartphone per connettersi a questi programmi e, in misura minore, per andare su Youtube). Colpisce il fatto che questa cifra mostra quanti bambini, probabilmente in accordo con i genitori, mentono sull’età per poter aprire un profilo. Infatti le regole dei social più frequentati sono molto chiare: per iscriversi a Facebook bisogna avere almeno tredici anni e sedici per WhatsApp.  Non è una notizia, è un dato stranoto e  facile da verificare ma probabilmente a nessuno, nè alle famiglie nè ai gestori, interessa realmente arginare l’esercito di bambini  iper connessi.

La ricerca mette comunque in evidenza i rischi legati a questa forte frequentazione della rete:oltre alla violenza e al razzismo che serpeggia in rete preoccupa, come dicevamo il il sexting (lo scambio di messaggi di natura sessuale): un situazione a rischio che cresce al crescere dell’età,coinvolge in particolare  le ragazze e avviene soprattutto su Facebook. (fonte)

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