Facebook, come controllare quali app spiano i nostri profili

I parlamentari britannici e statunitensi si scagliano contro Facebook dopo lo scandalo della Cambridge Analytica, la società britannica di “big data” guidata da Alexander Nix che avrebbe “rubato” (o per meglio dire, spremuto) 50 milioni di profili Facebook per ottenere informazioni fondamentali sugli utenti e orientare diverse tornate elettorali, da quella statunitense che ha incoronato Donald Trump alla Brexit. Lavorando, a quanto pare, anche per un partito politico italiano. Tutto, ovviamente, violando le regole del social network, che tuttavia non molto avrebbe fatto per impedire questa strumentale “spremitura” effettuata attraverso una serie di applicazioni a cui accediamo tramite o dentro la piattaforma di Mark Zuckerberg.

IL QUIZ COME CAVALLO DI TROIA

La principale, a quanto si sa, si chiamava “thisisyourdigitallife”: una specie di gioco, come ce ne sono molti sull’app, che prometteva di indovinare alcuni aspetti della personalità degli utenti. Nel frattempo, sottraendo loro una grande quantità di informazioni su orientamenti e preferenze, non solo politiche. L’hanno scaricata e usata in 270mila e per effetto moltiplicatore, acquisendo informazioni sugli amici e sulle attività con cui questi interagivano, ha raggiunto una portata di 50 milioni di utenti. Quei dati, inizialmente raccolti da un docente di psicologia britannico, Aleksandr Kogan, furono poi acquistati da Cambridge Analytica violando le norme di Facebook che impediscono appunto questo genere di scambi.

LE APP CHE GRAVITANO NELL’UNIVERSO FACEBOOK

Al netto dell’indagine, molti utenti accedono spesso con leggerezza a una quantità di giochi, test, applicazioni, ambienti interni a Facebook consentendo a sviluppatori terzi, fuori dall’immediato controllo di Menlo Park, di accedere alle proprie informazioni. E, come si è visto, farne ciò che vogliono. Secondo le inchieste di Guardian e New York Times, questi dati possono essere utilizzati anche per le campagne elettorali. Vale dunque la pena fare il punto della situazione e tentare di capire a quali di questi servizi si sia ancora iscritti e a che livello possono penetrare i nostri profili.

COME PROTEGGERE I PROPRI DATI SU COMPUTER

Ecco come controllare. Da desktop, cioè pc fisso o laptop, occorre cliccare sulla freccia che punta verso il basso sulla bacheca, in alto a destra, e poi accedere a Impostazioni, la penultima voce del menu a tendina. Dopodiché, dalla schermata che si apre, esplorare la sezione App. Che riassume anche e soprattutto le applicazioni esterne alle quali abbiamo tuttavia avuto accesso utilizzando il “Facebook login”, insomma gli estremi del social network. Vi sembreranno poche, da una verifica nel nostro caso ne abbiamo trovate oltre duecento. Molte delle quali non più attive o dimenticate.

ISTRUZIONI PER L’USO SU SMARTPHONE

Da mobile, invece, bisogna cliccare sulle tre linee in basso a destra. Di nuovo, basta un tap su ‘Impostazioni’ e poi scegliere la voce ‘Impostazioni dell’account’. Al passaggio successivo salterà fuori, verso la fine, la voce App. Alla sezione ‘Accesso effettuato con Facebook’ si ha il quadro individuato prima nella versione desktop. Ma anche l’accesso ai tipi di informazioni che le applicazioni che app, giochi e siti utilizzati dagli amici con cui interagiamo possono sgraffignare, la chiave della scalata di Cambridge Analytica e dell’app psicologica utilizzata come grimaldello. Si va dalla biografia fino alla data di nascita, passando per familiari e relazioni fino alla città di origine, ai livello d’istruzione e lavoro, alle attività e agli interessi. (fonte)

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