Facebook, combattere la fake news con gli articoli correlati

Per continuare a combattere la battaglia contro la disinformazione a mezzo social, Facebook farà convergere due iniziative finora separate. Da una parte affiderà sempre di più all’intelligenza artificiale l’individuazione rapida delle notizie potenzialmente false da inviare in revisione ai fact checker. Dall’altra sfrutterà il sistema degli articoli correlati per pubblicare sotto un post una serie di link a siti di debunking in cui la notizia falsa viene smontata e contraddetta.

“Se un articolo è stato analizzato dai fact checkers”, si legge in una comunicazione ufficiale di Facebook, “potremo mostrare gli articoli di fact checking sotto il post originale. Oltre a vedere quali storie sono contestate dai fact checker di terze parti, la gente vuole un maggiore contesto per prendere decisioni informate su ciò che legge e condivide”.

In futuro, dicono ancora da Menlo Park, continueranno gli esperimenti sulla Sezione Notizie al fine di trovare il modo migliore per mostrare sempre meno fake news e fornire un contesto più ampio agli utenti che si informano tramite social. Una tacita ammissione, insomma, dell’esistenza del problema strutturale delle bolle di filtraggio, il fenomeno per cui sul nostro feed finiamo per ritrovarci solo articoli e interventi che confermano e rafforzano i nostri “bias”, le nostre opinioni precostituite.

Anche nel caso una notizia non venga bollata come falsa, dicono sempre da Facebook, gli articoli correlati mostreranno storie incentrate su punti di vista e opinioni differenti. Il processo di selezione dei correlati è completamente automatico e non prevede alcun filtraggio da parte di un umano. Un particolare che alimenta qualche dubbio sull’efficacia dell’iniziativa, visto che in passato proprio gli algoritmi del social network avevano diffuso articoli palesemente falsi proprio nella sezione notizie.

In un comunicato diffuso solamente sul sito tedesco, Facebook ha inoltre specificato che per adesso l’iniziativa di rafforzamento del fact-checking verrà avviata soltanto in quattro paesi: Stati Uniti, Francia, Olanda e soprattutto Germania, dove a fine settembre si terranno le elezioni federali. Il governo tedesco teme che le false notizie a sfondo politico diffuse dai movimenti populisti e le ingerenze propagandistiche di potenze straniere possano inquinare l’esito del voto. Lo stesso meccanismo che, secondo alcuni, ha aiutato Donald Trump a vincere le presidenziali americane del 2016. (fonte)

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