Facebook chiude Whatsapp… o no

Whatsapp addio? Secondo indiscrezioni Facebook si starebbe apprestando a staccare la spina al popolarissimo sistema di scambio quasi gratuito di messaggi (si paga 0,99 centesimi di dollaro all’anno), che ha acquisito a febbraio pagandolo 19 miliardi di dollari.

L’indiscrezione è del giornale britannico ‘Daily Mail ’, e l’obiettivo sarebbe quello di obbligare gli utenti di Whatsapp ad usare la app proprietaria di Facebook, ‘Messenger’, lanciato 3 anni fa con scarsi risultati.

Non è chiaro se gratis, pur di ‘girare’ in ambiente Facebook ed aumentare ulteriormente gli 1,2 miliardi di suoi utenti. La società di Mark Zuckerberg non ha ancora rivelato la data della chiusura ma avrebbe deciso di partire dall’Europa con gli smartphone che usano il sistema Android e gli iPhone di Apple. (ilsecoloxix)

(Repubblica) L’OPERAZIONE avrebbe un senso. L’abbiamo scritto molte volte. Ma, almeno per ora, Whatsapp non chiuderà a favore della chat di Facebook. Due elenchi di contatti in parte diversi che si integrano verso un database da quasi due miliardi, sarebbe una rete nella rete: per il momento non si realizzerà. Con buona pace dei giochi di parole del quotidiano britannico Daily Mail, che per alcune ore hanno scatenato il panico in mezzo mondo: “What’sApp with that? Facebook is to shut down its popular chat function” titolava la testata online. Mark Zuckerberg non starebbe infatti pensando di staccare la spina al suo ultimo megacquisto da 19 miliardi di dollari. L’addio a Whatsapp, assorbito appena due mesi fa per una cifra record, non è dunque dietro l’angolo. Anche se alcuni elementi lasciano perplessi e non cancellano del tutto un percorso possibile.

Il servizio del tabloid londinese, come altri fra cui quello della Cnn, ruota intorno a una riflessione di fondo sulle sorti della più popolare applicazione di messaggistica, che ha portato in dote a Menlo Park oltre 400 milioni di utenti. Una considerazione, insomma, dettata più che altro da un rapido calcolo. O meglio, dall’aver messo in fila una serie di segnali arrivati nelle settimane passate che effettivamente danno da pensare. Il primo è stato l’introduzione delle telefonate gratuite VoIP proprio sul Messenger di Facebook: ora gli amici, cliccando sull’icona della cornetta blu visualizzata in alto a destra nella chat del social network e ovviamente disponendo di una connessione a internet, possono chiamarsi proprio come in altre applicazione di instant messaging come la cinese WeChat. La stranezza? Era una funzionalità annunciata in primavera per Whatsapp, dove tuttavia ancora non si è vista, ed è invece stata introdotta anzitutto sull’app di casa. Con un’enigmatica accelerazione sui tempi.

Il secondo è la paventata eliminazione della possibilità di chattare direttamente nell’app per smartphone di Facebook, che era effettivamente la notizia di queste ore: la piattaforma continua infatti ad avvisare da giorni i suoi utenti che presto si potrà comunicare con gli amici solo attraverso l’applicazione dedicata. Quale? Messenger, ovviamente. Un passaggio notevole: buona parte degli utenti utilizza la piattaforma proprio per comunicare (male, a dirla tutta) tramite la pessima chat integrata. E’ su Messenger che si dovrà obbligatoriamente atterrare, come già accaduto per chi ha scaricato la versione 3.0 che non può fare altrimenti, per le rapide comunicazioni fra contatti. A quanto pare, gli utenti europei di iPhone e smartphone Android saranno i primi a subire questo definitivo trasloco, fin dai prossimi mesi.

Terza traccia è il rinnovato e più volte riconosciuto interesse del quartier generale californiano per le caratteristiche del suo programma di chat proprio dopo l’acquisizione del programma di Brian Acton e Jan Koum. Sembra assurdo e un po’ paradossale – come parecchie decisioni, da quelle parti – ma è come se il clamoroso acquisto dello scorso febbraio avesse riacceso nella mente di Zuck e della sua squadra la possibilità di rilanciare anzitutto ciò che hanno in casa. Facebook, contrariamente a quanto si è andato dicendo in queste ore, non ha infatti piani immediati di fondere le sue due applicazioni. Tuttavia il ritardo nell’introduzione delle nuove funzionalità di Whatsapp e il rinnovato pressing su Messenger, fino a qualche tempo fa abbastanza trascurato, sono essi stessi delle tracce significative che l’equilibrio non potrà reggere a lungo. A meno di un cambio di rotta. In fondo le due piattaforme costituiscono ecosistemi paralleli troppo grandi – uno da oltre un miliardo di utenti, l’altro intorno alla metà – per poter convivere più di qualche tempo senza intralciarsi. O trovare una moderata integrazione.

“Vogliamo creare un sistema di esperienze diverse – ha tranquillizzato Mark Zuckerberg in un’intervista a Farhad Manjoo del New York Times – quanto a Messenger e Whatsapp, sono due cose diverse: una è una chat per chiacchierare con gli amici, l’altra un prodotto che ha sostituito gli sms. Sembrano simili ma quando si approfondiscono le sfumature e i modi in cui le persone le usano, si finisce per identificare in mercati molto diversi fra loro”. I mercati sono diversi, è vero, ma gli utenti e le loro abitudini, che mescolano applicazioni e servizi, molto meno. C’è dunque da capire se l’aspirazione a un’unica piattaforma globale non inghiottirà Whatsapp o se invece Zuckerberg si impegnerà, come sembra voler fare, in un radicale cambio di rotta. Puntando a costruire, non solo con Instagram ma anche con tutti gli altri progetti in cantiere, fra cui quello sull’intelligenza artificiale, un gruppo hi tech diversificato piuttosto che un megasocial a senso unico: “Una delle cose che stiamo tentando di fare è esplorare aspetti che non sembrano legati all’identità di Facebook – ha chiuso l’ex fenomeno di Harvard confermando questa direzione – qualcosa funzionerà, ma non tutto, perché alcune esperienze saranno più affini ad altre identità”. (Repubblica)

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