Come evitare rischi per la privacy con i ‘giocattoli intelligenti’

Bambole che piangono o si mettono a dormire al buio, orsetti che interagiscono, mini eroi in grado di rispondere alle domande, piccoli robot che registrano suoni, scattano foto, girano video o si collegano a Internet. Sono gli smart toys, nuova frontiera dei giocattoli, nipotini di ultima generazione delle bambole anni ’60 che al massimo sbattevano gli occhioni dalle lunghe ciglia. Dispositivi tecnologici che a volte hanno anche funzioni educative, ma che riescono a raccogliere, elaborare e comunicare dati e informazioni importanti – dalla voce alle password, dalle immagini alle email, fino ai gusti, alle preferenze e alle abitudini non solo del minore ma dell’intera famiglia – e presentano quindi possibili rischi per la privacy, soprattutto quella dei più piccoli.

Per questo il Garante, in occasione della Giornata europea della protezione dei dati personali del 30 gennaio, di cui gli smart toys sono stati un tema centrale – lancia un nuovo vademecum: poche, semplici regole da seguire per far divertire i bambini evitando di mettere in pericolo la loro riservatezza. La scheda è parte di un’ampia serie di prodotti di divulgazione ideati dall’Autorità per sensibilizzare gli utenti e inaugura un nuovo settore dedicato all’Internet delle cose (Internet of Things, o IoT). La campagna verrà diffusa anche attraverso i profili social del Garante su Linkedin, Instagram e Google+.

Ecco, in sintesi, le regole.

  1. CERCA DI ESSERE SMART ANCHE TU – Informati su quali e quanto dati tratterà il giocattolo. Se per attivarlo vengono richieste informazioni come il nome del bambino o la sua età, è bene leggere con attenzione l’informativa sulla confezione o sul sito dell’azienda produttrice. E’ bene sapere anche quali e quante informazioni saranno acquisite direttamente dallo smart toy (per esempio, tramite fotocamera o microfono) e come potrebbero eventualmente essere usate.
  2. NON ‘DIRE’ TROPPE COSE ALLO SMART TOY – Nel momento in cui si collega a Internet, è bene fornire solo informazioni strettamente necessarie per la registrazione. Meglio usare pseudonimi per gli account, specie se riferiti a minori, disattivare funzioni come la geolocalizzazione, bloccare l’accesso (richiesto da alcune app) alla memoria, al microfono, al wifi o alla connessione bluetooth dello smartphone o del tablet. E poi, alcuni giocattoli intelligenti ripetono le parole, comprese le parolacce o le frasi violente e offensive: meglio, dunque, interagire con loro in modo educato.
  3. PASSWORD, IMPOSTAZIONI PRIVACY E SISTEMI ANTIVIRUS – Una buona regola di base è impostare password di accesso complesse sicure per la connessione a Internet dello smart toy, oltre che eventualmente per l’accesso al giocattolo o alla app che lo gestisce. Se il software ha un sistema antivirus, bisogna verificare che sia attivo e sempre aggiornato.
  4. SE NON LO USI, SPEGNILO e disconnettilo dalla rete quando non viene usato. Un giocattolo capace di ascoltare e riconoscere le voci, lasciato acceso in casa, potrebbe essere in grado di raccogliere e trasmettere informazioni su gusti e abitudini dell’intera famiglia.
  5. SOCIAL, MA NON TROPPO – A volte l’app che gestisce lo smart toy consente di condividere online foto e video. Meglio evitare che i più piccoli usino questa funzione da soli e comunque è bene spiegare loro i rischi che corrono.
  6. SE DAI VIA IL GIOCATTOLO, NON DARE VIA I TUOI DATI – Se lo smart toy viene venduto, regalato o gettato nei rifiuti, è bene disattivare gli eventuali account personali creati per connetterlo online e cancellare tutti i dati eventualmente registrati. (fonte)

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