Entro due anni Adobe Flash scomparirà dal web

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Sono in tanti a non amare particolarmente Adobe Flash per l’ormai rinomata “pesantezza” e per l’impatto sulle risorse dei dispositivi fissi e mobile che lo utilizzano per la visualizzazione dei contenuti online, a partire dai video. Chi auspica la definitiva dipartita da Adobe Flash ha una nuova data da tener presente, quella che coincide con i prossimi due anni.

Secondo il recente rapporto elaborato da Encoding.com, che ha preso in esame i media trasmessi online da oltre 3000 emittenti e publisher nel corso del 2015, saranno necessari, indicativamente, ancora ventiquattro mesi prima di dire definitivamente addio a Flash, tuttora utilizzato per la gestione degli avvisi pubblicitari e nei browser legacy, ma dai giorni contati, come testimoniano i recenti trend. Nel corso del 2015, i video in formato FLV (Flash Video) hanno rappresentato solo il 6% dell’intero ammontare di video mobile e web analizzati,valore in calo del 15% rispetto al 2014.

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Il codec video più diffuso continua ad esserel’H.264, utilizzato nel 72% dei video online pubblicati nel corso del 2015. Un risultato in parte determinato dalla scelta di importanti brand, come Apple e Google di utilizzare la sua tecnologia. Tra i codec emergenti, ma ben piazzati in vista della futura crescita figura WebM: il 12% dei video online del 2015 hanno utilizzato tale codec, che ha il vantaggio di essere distribuito senza costi di licenza per l’utilizzo. WebM deve parte della sua diffusione anche grazie all’impiego nella gestione dei video HTML5 nei browser Chrome, Firefox e Opera.

H.265 / HEVEC, erede del codec H.264, è stato utilizzato nella stessa misura di Adobe Flash – 6% di tutti i video online analizzati – ma vi è da dire che i trend sono molto differenti. Come si legge nel rapporto, sempre più dispositivi supportano i contenuti in 4k e sempre più video vengono distribuiti in rete supportando tale risoluzione. Il codec HEVEC ben si presta alla gestione dei contenuti in 4k ottimizzando il consumo di banda, ma la crescita continua ad essere limitata a causa della scarsa adozione da parte dei top brand dell’industria hi-tech. Un contributo importante per la sua diffusione potrebbe venire da Apple, che lo ha già usato per gestire il flusso video generato da Facetime con i nuovi iPhone, e da Netflix che lo impiega per lo streaming video in 4k. (fonte)

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