Diffamazione su Facebook, ex studente querelato dalla sua prof

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Un chiaro esempio di come i social network, in questo caso Facebook, siano sempre più luogo di confronto e scambio di opinioni, anche particolarmente accese. Luogo dove, però, come in ogni situazione, occorre stare attenti a quel che si dice, o meglio a quel che si digita.

Perché, come è capitato a un 25enne ora alla sbarra in Tribunale a Novara, se si supera un certo limite, si può venire accusati di diffamazione.

Tutto era apparso in un gruppo dedicato a una scuola superiore di Novara, dove allievi attuali ed ex allievi si lasciavano andare a ricordi di compagni di scuola, ma anche di docenti. E, proprio nel fare questo, stando all’accusa, si era oltrepassato il limite; con pesanti derisioni ed epiteti riguardanti una professoressa.

L’insegnante, avvisata di quanto accadeva da un collega e non usa ai social, si fece aiutare dal figlio e trovò la pagina incriminata. I fatti sono del 2010. Si rivolse così alla Polizia postale (in aula la responsabile Attilia Sorichilli e anche l’assistente capo, Roberto Musco) per le dovute indagini. Si arrivò così ad A.T., ex allievo della professoressa, difeso dall’avvocato Enrico Aina, non presente lunedì in aula e che poi aveva ammesso i fatti.

L’insegnante è parte civile con l’avvocato Massimo Barbero. Ieriha detto che è pronta a ritirare la querela, a patto che il ragazzo si scusi pubblicamente in aula. Chiede, inoltre, un risarcimento, che devolverà in beneficenza.

Il giudice Silvio Bolloli ha, quindi, aggiornato l’udienza così da verificare se la vicenda si possa risolvere con un accordo economico, senza proseguire col processo a carico del giovane.

In aula è stata ascoltata anche la professoressa. “La querela l’ho sporta nei confronti di tutti. Poi la Polposta arrivò a questo ragazzo”. (oknovara)

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