Criptomonete, attenzione alle truffe

Il nuovo fenomeno nel campo delle criptomonete si chiama ICO (initial coin offerings). È l’equivalente tecnologico delle normali quotazioni in borsa: quando una startup sta lanciando un progetto, quasi sempre sulla blockchain di Ethereum , emette la sua personale criptovaluta collegata, per consentire agli investitori di acquistarla nella speranza che aumenti il valore in seguito al successo della startup.

Ma la corsa agli ICO – che sono aumentati del 600% solo tra marzo e maggio di quest’anno – non è solo un interessante opportunità di investimento (con tutti i rischi connessi a un sistema caratterizzato da altissima volatilità), è diventata anche una grande attrazione per truffatori che sfruttano gli ICO per gonfiare il prezzo delle loro criptovalute salvo vendere tutto prima che il prezzo crolli a zero.

È la classica tecnica del “pump and dump ” (gonfia e scarica), nel corso dei decenni transitata dal telefono (come si vede in Wolf of Wall Street), alle email e oggi sulla blockchain. Il successo delle criptomonete e di queste opportunità di investire nelle potenzialità della blockchain, insomma, non ha attratto solo i normali speculatori, ma anche truffatori di vario tipo.

Come difendersi? La statunitense SEC, l’equivalente della nostra Consob, ha spiegato che ogni società che si dichiara conforme alle norme previste dagli istituti di vigilanza dovrebbe “essere in grado di specificare con chiarezza in cosa consiste la loro conformità”; chi non è in grado di farlo, deve essere evitato. Inoltre, è meglio stare alla larga da compagnie che hanno già fatto altri ICO (potrebbe essere un segnale che in passato hanno artificialmente gonfiato il prezzo delle azioni) e soprattutto esaminare attentamente i piani strategici delle startup, “esercitando tutta la cautela possibile”. (fonte)

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