Bancomat, grazie ai mini-skimmer i pericoli sono invisibili
Attenzione. I dispositivi elettronici usati per clonare le carte di pagamento e rubare i dati del codice segreto esistono da anni, ma quelli di ultima generazione sono piccolissimi e più difficili da individuare.
Gli skimmer ATM, piccoli dispositivi elettronici che vengono inseriti nei bancomat per clonare le carte di pagamento e rubare i dati del codice segreto, sono sempre più miniaturizzati e difficili da rilevare. L’allarme viene dall’ultimo rapporto dell’European ATM security Team (EAST), organizzazione no-profit costituita nel 2004 dai paesi dell’area dell’euro per contrastare l’attività di frode sui sistemi che consentono il prelievo automatico del denaro.
Secondo gli autori del documento, le contromisure anti-crimine informatico previste in Europa, come il Geo-blocking, che permette agli istituti bancari di bloccare preventivamente la carta all’estero, o la diffusione della tecnologia Chip&Pin, progettata per rafforzare la sicurezza, si dimostrano efficaci mentre la capacità di monitoraggio dell’illecito continua a migliorare. I furti dovuti alla tecnica skimming tendono a verificarsi in maniera più frequente fuori dalla zona euro, in particolare negli Stati Uniti, il paese più colpito dal fenomeno, seguito da Thailandia e Indonesia.
Tuttavia, una nuova versione di mini-skimmer, utilizzati anche in Europa, rappresenta un pericolo nuovo molto più insidioso ed efficace del passato. Questi congegni sono in grado di essere inseriti negli sportelli automatici di distribuzione di contanti adattandosi alla perfezione alle slot di ingresso delle carte elettroniche. Una volta bastava un’occhiata attenta al lettore per scoprirne la presenza. Adesso, le caratteristiche sono tali da renderli invisibili come viene mostrato nelle foto postate dal blog KrebsonSecurity.
Spesso, i moderni dispositivi di skimming criminale, dotati di batteria di maggiore durata, sono associati ad una minuscola videocamera usata per acquisire fraudolentemente il codice PIN. In questo modo, sottrarre i dati e svuotare il conto bancario degli ignari consumatori diventa più facile.
Altri modelli di nuova generazione, che si presentano sempre in forma micro, includono, invece, chip con cui è possibile inviare sms dei dati rubati evitando al ladro di ritornare sulla scena del crimine per riprendere l’apparecchio installato. Un ulteriore tecnica impiegata dai truffatori è, inoltre, quella basata sui lettori mp3 per registrare i dati memorizzati sulla banda elettromagnetica delle carte bancomat attraverso la tecnologia audio.
Il bersaglio della pirateria informatica, però, non sono soltanto i bancomat. Gli attacchi criminali, come sottolinea EAST, sono anche rivolti ai terminali di pagamento non sorvegliati, situati presso le stazioni di servizio, e ai POS degli esercizi commerciali. (fonte)
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